Lunedì 4 gennaio ha preso il via l’Offerta pubblica di acquisto dei giapponesi di Hitachi su Ansaldo Sts al prezzo di 9,5 euro per azione. Ma proprio sul prezzo è in corso un duro scontro tra Hitachi e i fondi azionisti di minoranza che, nei prossimi giorni, e comunque prima del 5 febbraio, quando scadrà il periodo di offerta, potrebbe portare la Consob a cambiare le regole del gioco proprio a partita in corso.
L’OGGETTO DELLA CONTESA
Al centro della contesa, c’è il prezzo dell’Opa, ritenuto da alcuni fondi azionisti già fin dalla scorsa estate troppo basso, poiché coincide con quanto pagato da Hitachi a Finmeccanica, lo scorso novembre, per rilevare il 40% di Ansaldo Sts e Breda. La presenza nel “pacchetto” di quest’ultima società, pagata 30 milioni e in perdita negli ultimi anni – è la tesi degli investitori istituzionali – avrebbe compresso il prezzo. Che invece, se si tenesse conto della sola Sts, che è quotata in Borsa e ha sempre presentato bilanci solidi, sarebbe ben più alto.
IL RUOLO DI CONSOB
La polemica è sfociata nelle due istanze presentate a novembre a Consob dai fondi Amber e Bluebell partners per chiedere un innalzamento del prezzo dell’Opa. Si pensava che la commissione presieduta da Giuseppe Vegas sarebbe riuscita a esprimersi prima della partenza dell’offerta, il 4 gennaio, ma probabilmente a causa delle festività non è stato possibile. A questo punto, il verdetto di Consob è atteso entro il 5 febbraio, data di scadenza dell’offerta, magari addirittura già la prossima settimana, la prima “piena” dopo le festività.
LA TEMPISTICA
Nel frattempo, il 30 dicembre, tra Natale e Capodanno, si è tenuto un consiglio di amministrazione “fiume” di Ansaldo Sts che, a causa della posizione degli indipendenti, non è riuscito a raggiungere la maggioranza sulla “congruità” del prezzo dell’Opa, cioè sul fatto che il corrispettivo potesse essere considerato corretto, adeguato. Questo significa che la questione del prezzo è avvertita anche in cda e non soltanto all’interno dell’azionariato. “In ogni caso, la circostanza che il consiglio di amministrazione non abbia raggiunto la maggioranza per esprimersi in merito alla congruità del prezzo d’offerta, non è ostativa dello svolgimento dell’offerta”, rimarca una nota di Ansaldo Sts.
CHI HA GIA’ ADERITO ALL’OPA
E così l’Opa è partita lunedì 4 gennaio. Ma se il primo giorno è stata consegnata una sola azione, quello successivo, il 5, è stata registrata un’adesione “eccellente”: sono stati apportati all’Opa 3,4 milioni di titoli, pari all’1,7% del capitale della società e al 2,84% dei titoli oggetto dell’offerta da parte di Fintecna, controllata al 100% da Cassa depositi e prestiti. Come scrive Il Sole 24 ore del 6 gennaio, Fintecna “era spuntata nel 2013 – quando alla guida di Finmeccanica c’era ancora Alessandro Pansa – tra i potenziali soggetti sondati per la possibile vendita in blocco delle attività civili del gruppo di Piazza Montegrappa (Ansaldo Energia, Ansaldo Breda, Sts e Breda Menarinibus) poi sfumata. In verità, Fintecna era entrata nel capitale di Ansaldo Sts fin dal marzo 2006, cioè dai tempi del suo collocamento in Borsa, acquisendo un pacchetto abbastanza irrisorio, lo 0,1% dell’azienda genovese ora al centro dell’offerta targata Hitachi”. Fintecna, dunque, ha consegnato le azioni al prezzo di 9,5 euro fissato dai giapponesi di Hitachi. Nel caso in cui Consob imponesse un corrispettivo maggiore, la società di Cdp riceverebbe comunque il relativo conguaglio.