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Aldo Manuzio, l’inventore del libro moderno in mostra a Venezia

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Arriva in Italia il rarissimo “Aristotele” del 1496, in prestito dalle collezioni dell’Escorial. Nella capitale, nella sede del Mibact, in via del Collegio Romano, il ministro Dario Franceschini ha presentato la mostra “Aldo Manuzio. Il Rinascimento di Venezia”, che vedrà protagonista il famoso stampatore e editore vissuto a cavallo tra XV e XVI secolo, nativo di Bassiano nel Lazio, e al tempo stesso la città che anche grazie al suo contribuito si affermò come il principale centro europeo della stampa e dell’editoria nel Cinquecento. A parlare di Manuzio, anche il presidente del comitato scientifico della mostra, Cesare De Michelis. E tutti a sognare di vedere, dal vivo, tesori quali la “Hypnerotomachia Poliphili”, il libro più celebre e raffinato di Manuzio, con fantasiose xilografie forse approntate su disegno del miniatore Benedetto Bordon. Ma soprattutto uno degli unici due esemplari rimasti al mondo di “aldina” non rifilata dopo la sua stampa. Un libro dal valore storico inestimabile, l’Euripide di proprietà della Morgan Library di Washington, per la prima volta esposto in Europa.

La mostra, affidata alle cure di Giulio Beltramini, Davide Gasparotto e Giulio Manieri Elia, sarà allestita nei locali delle Gallerie dell’Accademia della città lagunare, sotto la guida di Paola Marini, dove l’attività di Manuzio verrà raccontata attraverso i dipinti del Carpaccio, di Giorgione, di Lorenzo Lotto, di Tiziano e di altri artisti che segnarono il Rinascimento veneziano. La mostra verrà inaugurata il 19 marzo e rimarrà aperta ai visitatori per tre mesi, sino al 19 giugno.

Celebrare Aldo Manuzio e la sua attività significa celebrare il primato tecnico e culturale veneziano, ma significa anche celebrare la tradizione culturale dell’Occidente a partire dal mondo classico, che proprio all’epoca dell’Umanesimo e del Rinascimento fu oggetto di un rinnovato interesse: “Manuzio”, così nel comunicato stampa relativo alla mostra “riuscì a immaginare e realizzare il suo straordinario programma che per la prima volta prevedeva di rendere disponibili al pubblico degli studiosi e di letterati del suo tempo i grandi classici della cultura greca, da Omero ad Aristotele, da Sofocle a Euripide a Tucidide, per poi raccogliere i testi latini da Virgilio a Cicerone, da Orazio a Ovidio, a Catullo, a Properzio, Lucrezio, Giovenale, Marziale, e ancora ebraici e italiani della nuova letteratura in volgare. Proprio grazie a Manuzio e alla sua collaborazione con Pietro Bembo, il volgare si affermava, accanto al latino, come la lingua della contemporaneità in tutta Europa, confermandosi tale secondo il canone che elesse Dante, Petrarca e Boccaccio come modelli”.

In tutto, un centinaio di opere in prestito da musei italiani e stranieri e 30 rare edizioni stampate tra il XV e il XVI secolo, come le miniate da Manchester, l’Aristotele in prestito dall’Escorial e le Aldine, i primissimi libri tascabili che portarono la cultura fuori dalle aule universitarie. Produzione e organizzazione Civita Tre Venezie, catalogo Marsilio. Contributi tra gli altri di World Monuments Fund, Montblanc, Fondazione Cologni Mestieri d’Arte.

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