Non è stato di sicuro un bagno di folla l’appuntamento organizzato ieri da Indipendenti per l’Italia, come impietosamente mostra nella photo gallery firmata da Umberto Pizzi (qui sotto).
Comunque il movimento ultra montiano che ha aderito al manifesto Verso la Terza Repubblica promosso da Italia Futura si candida a partecipare al rassemblement centrista capeggiata, magari, dal premier Mario Monti.
Di seguito Formiche.net pubblica l’introduzione al convegno “Un’Agenda per l’Italia” di Ernesto Auci
L’Agenda Monti
Di Ernesto Auci, introduzione al convegno “Un’Agenda per l’Italia”
Si dice Monti non abbia mai chiarito quale sia la sua visione dell’Italia, quale paese vorrebbe proporre agli italiani, al di la’ dell’austerità che è stata imposta in questo periodo di Governo a causa dell’emergenza nella quale ci siamo trovati lo scorso anno.
In realtà i due libri che presentiamo ci danno precise indicazioni sulla visione di Monti non solo del futuro dell’Italia ma dell’intera costruzione europea. E si tratta di una visione non solo economica ma più propriamente politica nel senso che Monti delinea un futuro possibile per lo sviluppo della democrazia nel nuovo mondo che sta nascendo e che come dice Tocqueville richiede una “nuova scienza politica”. Obiettivo principale di questo rinnovamento della democrazia in Europa è quello di “riconciliare le generazioni” cioè avere un assetto istituzionale capace di guardare lontano per evitare che decisioni prese solo sulla spinta di tamponare urgenze immediate,abbiamo negative ripercussioni nel lungo termine,ed in sostanza scarichino i costi sulle generazioni future.
Questa è una visione politica alta, un insieme di valori su cui si potrebbe fondare una proposta di un nuovo soggetto politico che si ispiri alla visione del professore. Da essa discende l’offerta di una concreta speranza ai cittadini italiani di uscire da un periodo di crisi grave che affonda le radici in un lungo periodo durante il quale non e’ stata prestata la dovuta attenzione alle conseguenze di lungo periodo delle decisioni politiche che via via si adottavano e ancora di più di quelle che con grande ipocrisia,non venivano adottate al momento opportuno. Ad esempio è proprio la mancanza di politiche per la crescita nell’ultimo decennio la causa determinante che oggi provoca la mancanza di lavoro dei giovani italiani.
Monti propone agli italiani non un liberismo all’americana che richiederebbe un cambio di mentalità così profondo negli italiani e forse negli europei da renderlo irraggiungibile in tempi anche medio-lunghi, ma una economia sociale di mercato in cui però i due termini della socialità e del mercato non siano mischiati in maniera confusa tanto da un avere ne una buona socialità ne un buon mercato (come diceva Einaudi un pasticcio di lepre). Quindi ci vuole una economia di mercato con poteri pubblici più forti capaci di fare delle buone regolazioni ed un controllo efficace .
Le implicazioni per la presente condizione dell’Italia sono evidenti. L’offerta politica attuale va da un ribellismo della destra (che ha molti punti di contatto con i grillini), contro le tasse e contro l’euro che – a loro parere – sarebbe manovrato dalla Germania per danneggiarci, ad una sinistra incapace per i suoi vincoli interni di impostare una effettiva politica di crescita. Questa infatti può derivare solo da un incremento della produttività di tutti i fattori – come ben chiarisce Monti – e quindi da una politica in grado di rendere efficiente la macchina pubblica (taglio dei costi della politica, vendita delle troppe aziende pubbliche statali e locali,riforma della PA) fino a pensare di riformare la Costituzione, per ridefinire i poteri delle Regioni. In questo modo sarà possibile impostare una graduale riduzione del carico fiscale che certo è oggi un elemento fondamentale che contribuisce allo stallo dell’economia produttiva.Inoltre sono necessarie riforme del mercato del lavoro e della contrattazione, già impostate, ma sulle quali c’è una forte opposizione sindacale.
In sintesi è evidente che la destra non possiede nessuna ricetta seria per il risanamento ed anzi il suo avventurismo ci porterebbe al disastro, mentre la sinistra che pure in passato ha saputo rispettare il rigore dei conti non ha una politica convincente per la crescita dato che essa non può derivare la ulteriori tasse come la patrimoniale e da nuove spese pubbliche sia sociali che di investimento specie se affidate ai mille progetti dei comuni.
Oggi gli italiani sono chiamati ad una scelta fondamentale: nel mondo si chiedono se gli italiani vogliono veramente le riforme. Con queste elezioni occorre dimostrarlo. Un diretto impegno di Monti gioverebbe alla credibilità del paese e renderebbe più facile il nostro percorso di riforme potendo contare su un abbassamento dei tassi d’interesse che la rinnovata fiducia di tutti gli investitori, italiani ed Esteri, sicuramente determinerebbe.