Skip to main content

Cosa succederà (forse) all’Enit

Michela Di Biase e Dario Franceschini

Cambio della guardia in vista in casa Enit. L’Ente italiano per la promozione del turismo vigilato dal ministero dei Beni Culturali, incaricato di promuovere il made in Italy all’estero, sta per essere affidato alle cure dell’ennesimo direttore, dopo le giravolte degli anni passati, in cui si sono susseguiti fior di dirigenti con l’intermezzo di un commissario. Il cda sarebbe stato convocato per lunedì prossimo, per esaminare i candidati alla guida dell’Enit. Ma secondo quanto risulta a Formiche.net, il prescelto sarebbe già stato individuato. Ecco le indiscrezioni. Nulla di ufficiale, comunque.

CHI SI PREPARA A SALIRE IN SELLA ALL’ENIT

La scelta sarebbe caduta su Alessandro Benzia, fortemente voluto dal ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini. Benzia, professore ed esperto di ingegneria gestionale, dovrebbe spuntarla senza troppe difficoltà su decine di altri candidati, i cui curricula (circa 350), sono stati per settimane al vaglio di una commissione formata da funzionari del Tesoro e dei Beni Culturali.

UN PROFESSORE ALLA CORTE DI FRANCESCHINI?

l professore figurava fino a poco fa nella ristretta cerchia di consiglieri del ministro (ma il suo curriculum è l’unico mancante nell’elenco dei consiglieri) alla voce “consigliere per l’attuazione della riforma del Ministero, con particolare riguardo alla riorganizzazione, al monitoraggio, alla verifica e all’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e strumentali disponibili”. In altre parole, l’affidatario del riordino del personale dipendente del dicastero, alle prese al paro degli altri ministeri con turn over e prepensionamenti. Benzia ha lavorato ufficialmente per Franceschini dall’aprile al dicembre del 2015, percependo una retribuzione lorda di 40.000 euro frutto di un “contratto di collaborazione coordinata e continuativa”.

ENIT, NOMINE (E GUAI)

La storia della nomine all’Enit è stata spesso e volentieri al centro delle cronache. Solo due anni fa, nell’ottobre del 2014  l’intero cda dell’Enit finì sotto inchiesta della procura di Roma per una serie di reati, tra cui l’omissione in atti d’ufficio, affiancando così un commissario all’allora direttore Babbi. Nel mirino dei pm finirono alcune consulenze ma, soprattutto, la nomina dello stesso Babbi, secondo gli inquirenti contraria alle norme sulla spending review. Per questo lo stesso Mibact chiese nel maggio del 2015, in una lettera al commissario dell’Enit Radelli, la rimozione di Babbi, formalizzata un mese dopo.

IL SOGNO (IRREALIZZATO) DI RENZI, LA FUSIONE CON L’ICE

E pensare che tra le aspirazioni programmatiche del premier Matteo Renzi c’era proprio la riorganizzazione del comparto turistico italiano, attraverso la fusione tra l’Enit e l’Ice, l’istituto per il commercio estero. Della necessità di un accorpamento era convinto pure lo stesso Franceschini, che in più di un’occasione aveva dato per imminente l’operazione. Peccato che alla fine non se ne sia fatto più nulla.


×

Iscriviti alla newsletter