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Le cose turche di Davutoglu sui profughi

AHMET DAVUTOGLU

Il vertice tra la Ue e la Turchia, dedicato al dramma dei profughi, si è concluso in un nulla di fatto. Il premier turco Ahmet Davutoğlu ha chiesto altri 3 miliardi di euro per trattenere ed ospitare sul suo territorio la massa di disperati che si incamminano lungo la rotta balcanica per raggiungere il Nord Europa. Insomma, anche tra i Paesi vi sarà la pratica dell’utero in affitto, a pagamento. Intanto, sulle linee di confine si estende il filo spinato.

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La storia si ripete? Dopo la Notte dei cristalli a Berlino (tre il 9 e il 10 novembre 1938), quando i nazisti – dopo anni di persecuzioni e discriminazioni –   saccheggiarono e incendiarono  le sinagoghe, i magazzini, le case e i locali degli ebrei (quasi un centinaio di persone perse la vita e 30mila ebrei vennero arrestati ed internati), i correligionari rimasti (dal 1993 la metà degli ebrei che si trovavano in Germania aveva già lasciato il Paese) si posero il problema di trovare rifugio altrove. Ma dove? Alcuni mesi prima, dal 6 al 14 luglio, si era svolta (ed era clamorosamente fallita) una conferenza, ad Evian, con l’obiettivo di cercare una via d’uscita al problema dei rifugiati. Nessuno dei 32 Paesi partecipanti si era, però, dichiarato disponibile ad accogliere più profughi del consueto.

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Emblematica conseguenza di questo corale rifiuto fu la vicenda del piroscafo St. Louis che, con il  suo carico di un migliaio di passeggeri ebrei tedeschi, si trasformò in una sorta di nave fantasma, in rotta sui mari alla disperata ma inutile ricerca di un approdo – ovunque negato –  fino a quando la Francia, il Belgio e il Regno Unito non accettarono di dividersi gli esuli, sottolineando, però, che non ci sarebbe stato spazio per altri rifugiati nei loro Paese, anche allo scopo di  evitare ‘’una causa di malcontento’’.

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La stampa tedesca esultò: “Nessuno li vuole’’: scrissero i giornali nazisti.

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Traendo lezione dall’impotenza dei governi democratici, la Germania proseguì nella sua azione criminale, man mano che  le sue truppe aggredivano ed occupavano altri Paesi, mentre i suoi alleati – come l’Italia – modellarono la propria politica su quella del Fuhrer.

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Nel luglio del 1938 Benito Mussolini pubblicò il ‘’Manifesto in difesa della razza’’ e in ottobre fece seguire le prime leggi antiebraiche.

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