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Ecco come gli Stati Uniti fanno la guerra ai jihadisti di al Shabaab

Gli Stati Uniti alzano il livello nella lotta al gruppo jihadista somalo filoqaedista al Shabaab con due attacchi quasi consecutivi in cui sono rimaste uccise dozzine di militanti compresi alcuni leader del gruppo.

IL RAID DELLE FORZE SPECIALI

Militari somali e un team di operatori di special forces americane hnno fatto irruzione in una base dei militanti islamisti nel villaggio di Awdhegle, a una sessantina di chilometri da Mogadiscio. Secondo quanto dichiarato dal capitano Jeff Darvis, un portavoce del Pentagono, i militari americani “non sarebbero andati fino in fondo” nell’operazione. Alcuni elicotteri hanno trasportato le truppe fino a qualche chilometro dall’obiettivo, e non è chiaro se i soldati statunitensi siano rimasti negli elicotteri, coordinando i somali a distanza. Una ventina di jihadisti sono stati uccisi e tra loro pare ci fosse una figura di spicco dell’organizzazione, la cui cattura sarebbe stata il vero obiettivo del raid Sono in corso verifiche.

LA STRATEGIA AMERICANA

Da alcuni mesi Washington ha spiegato la nuova strategia per contenere il terrorismo in Africa, dove gli Shabaab sono considerati in cima alla lista dei nemici, prima dello Stati islamico in Libia. Il motivo è che l’espandersi delle aree occupate dal gruppo ha portato la Somalia in una nuova difficile situazione dì instabilità. Gli americani pensano di combatterli con il solito mix di droni in continua osservazione, attacchi aerei e blitz di forze speciali. Inoltre il Pentagono ha annunciato tempo fa anche la costruzione di punti di appoggio temporanei in vari paesi dell’Africa: basi tattiche per dare rifugio a piccole unità di forze speciali, snelle e dinamiche, che faranno da appoggio alle forze di sicurezza locali e condurranno eventuali azioni miratae. Cinquanta Sof sarebbero già dispiegate in Somalia, anche se il New York Times riporta testimoni che parlano di un contingente grande almeno il triplo.

AZIONI PRECEDENTI

Sabato 5 marzo gli Stati Uniti hanno condotto il più grosso attacco contro il gruppo in anni di attività: droni e aerei da guerra hanno colpito un centro di addestramento uccidendo 150 militanti, che forse stavano organizzando un assalto contro soldati dell’Unione africana. Secondo quanto riferito alla CNN da un alto funzionario dell’intelligence somala, nell’attacco contro quella che è considerata la principale base del gruppo, denominata Raso Camp, sarebbero rimasti uccisi due alti dirigenti del gruppo, Yusuf Ali Ugas, comandate, predicatore, reclutare, e Mohamed Mire, figura chiave nel settore finanziario degli Shabaab. Ciò nonostante lunedì 7 una bomba è stata fatta esplodere dagli Shabaab a bordo di un volo della Daalo Airlines, una compagnia di Dubai. Tre persone sono state uccise dall’ordigno che era sistemato all’interno di un laptop, dimostrando anche che il gruppo ha raggiunto un buon livello di sofisticazione tecnologica. A fine febbraio un attacco aereo keniota uccise il presunto capo dell’intelligence degli Shabaab insieme ad altri sessanta militanti.


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