L’annuale convention organizzato dall’AIPAC – la potente lobby americana filo-israeliana – e le interviste che sono stata realizzate in occasione del chiacchierato – e a tratti osteggiato – intervento di Donald Trump hanno offerto al candidato repubblicano l’ennesima occasione per dare sfogo alle sue dichiarazioni sui generis.
Ecco cosa ha detto, di recente, Donald Trump su temi caldi quali gli attentati di Bruxelles, la sicurezza di Israele, l’accordo sul nucleare con l’Iran e i rapporti tra Stati Uniti e Nato.
GLI ATTENTATI DI BRUXELLES
“Bruxelles si trova davvero in una brutta situazione e molte altre città ci si troveranno, a causa di quello che sta accadendo”, riporta il Politico. Trump lascia agli avversari politici le manifestazioni di solidarietà e spara a zero sull’Europa, a suo parere responsabile di quello che sta accadendo per via delle sue politiche eccessivamente permissive.
Per questo la soluzione che egli propone è chiudere le frontiere e praticare atti di tortura. “Donald J. Trump invoca un totale e completo arresto dell’entrata dei musulmani che arrivano nel nostro paese, fin quando i nostri rappresentanti non saranno in grado di capire che diavolo sta succedendo”, gridava il candidato repubblicano il 7 dicembre in occasione di un incontro con gli elettori. E ancora, “lo sai, noi agiamo nel rispetto delle leggi, loro no […] Sono favorevole a ricorrere al waterbording, se lo legalizzassero, io sarei favorevole ad applicarlo molto più spesso”, riporta il sito della CNN, citando le dichiarazioni di Trump rilasciate al Today show poco dopo gli attentati di Bruxelles.
LA SICUREZZA DI ISRAELE
Quello del 21 marzo non è stato il primo intervento in occasione del quale Trump ha avuto modo di dire la sua riguardo Israele. Josh Block – ex membro AIPAC – al quotidiano israeliano Haaretz ha dichiarato: “Trump ha detto un sacco di cose riguardo Israele negli anni, molte delle quali in suo favore, altre piuttosto ambigue. Questa potrebbe essere un’opportunità per chiarire simili ambiguità di fronte a un’audience che di politica estera se ne intende”. Riguardo il processo di pace in Medio Oriente, in effetti, questa la dichiarazione di Trump: “In molti hanno fallito cercando di facilitare l’accordo tra le parti. Io non sto qui a dire di chi sia la colpa, dico solo che questo non aiuta” – ha ricordato la testata israeliana.
A poche ore dal suo intervento di fronte al pubblico dell’AIPAC – in un’intervista alla CNN con Wolf Blitzer – Trump è stato chiamato a commentare l’intervento della rivale Hillary Clinton, le cui allusioni al candidato repubblicano non sono state neanche così velate.
Quando l’ex first lady infiamma la platea dicendo che l’America “ha bisogno di una mano ferma, e non di un presidente che dice di essere neutrale il lunedì, pro-Israele il martedì e in favore di chi sa cosa il mercoledì semplicemente perché qualsiasi cosa è passibile di negoziazione”, Trump replica che lei non conosce lo conosce, non conosce la sua politica e non conosce quelle che sono le sue intenzioni. Tutti elementi che, in realtà, dovrebbero essere noti, essendo gli Stati Uniti nel pieno di una campagna elettorale, in cui i partecipanti sono soliti esporre il proprio manifesto politico, anche di politica estera.
E se Hillary dice che la sicurezza di Israele non è affatto negoziabile, Trump cerca di correggere il tiro laddove aveva lasciato intendere che preferisse essere neutrale riguardo la spinosa questione israelo-palestinese: “Mi piacerebbe poter essere neutrale, ma purtroppo questa non è la strada percorribile. C’è troppa carne al fuoco. Io sono in favore di Israele, lo sono sempre stato. Ho versato milioni di dollari in favore di Israele. Non c’è nessuno più filo-israeliano di me. Dobbiamo proteggere Israele, che è così importante per noi”.
L’ACCORDO SUL NUCLEARE IRANIANO
Un po’ perché è considerato uno dei maggiori successi della politica estera targata Mr Obama, un po’ perché sembrerebbe un ottimo argomento con cui fare presa sulla platea – che si presume essere conservatrice – del Verizon Center, Trump non ha potuto fare a meno di dire la sua anche sull’accordo siglato, a luglio 2015, tra i cosiddetti 5 + 1 e l’Iran.
“La mia priorità è smantellare il disastroso accordo con l’Iran […] Sono stato nel mondo degli affari a lungo e questo accordo è catastrofico, per Israele, l’America e tutto il Medio Oriente […] Abbiamo ricompensato il maggior sponsor del terrorismo al mondo con 150 milioni di dollari e quello che abbiamo ricevuto in cambio è assolutamente nulla”.
Trump non ha risparmiato nemmeno le Nazioni Unite, altrettanto complici nell’aver favorito l’accordo. “Le Nazioni Unite non sono amiche della democrazia, non sono amiche della libertà. Non sono nemmeno amiche degli Stati Uniti, sebbene abbiano qui il loro quartier generale. Tantomeno sono amiche di Israele […] Permettetemi di essere chiaro, un accordo imposto dalle Nazioni Unite (quello sul nucleare iraniano) non può essere altro che un disastro. Gli Stati Uniti devono opporsi a questa risoluzione e usare il proprio potere di veto”.
Il magnate del settore immobiliare conclude, poi, che lui sa come gestire l’Iran, eccome se lo sa, motivo per cui sa che sarà eletto presidente.
LA NATO
Altro tema sul quale Trump ha dato il proprio giudizio, questa volta in occasione dell’intervista fattagli da alcuni membri dello staff del Washington Post, è stato la NATO.
Quando Jack Diehl gli chiede cosa vede nel futuro dell’Organizzazione Transatlantica, il candidato repubblicano risponde: “Io reputo la NATO una cosa positiva della quale fare parte – ma se guardo all’Ucraina, posso dire che la situazione nel Paese ha meno effetti per noi che per altri Stati membri della NATO, eppure siamo noi che ci stiamo dando da fare, loro non stanno facendo nulla […] Io penso che quello della NATO sia un buon progetto, però penso anche che gli Stati Uniti abbiano bisogno di aiuto […] Noi paghiamo milioni di dollari per supportare dei Paesi che in teoria sono molto più benestanti di noi”.
Secondo Trump, cioè, le cose stanno così: come membro della NATO gli Stati Uniti spendono troppo, e per cause che non li riguardano nemmeno da vicino, non più oramai.
Ma la questione NATO incuriosisce lo staff del Washington Post e, sebbene l’intervista sia andata avanti, Charles Lane chiede di poter tornare sull’argomento.
Trump esordisce dicendo che la NATO è sorta in un contesto diverso rispetto a quello odierno, quando gli Stati Uniti erano un paese più ricco. Secondo Trump, dunque, oggi alcune cose dovrebbero essere cambiate in seno alla NATO. “In primo luogo, la distribuzione dei costi dovrebbe essere modificata […] Obama ha assunto la posizione più forte in Ucraina, sebbene ci siano altri Paesi (membri) che confinano con l’Ucraina […] Sto dicendo che non è giusto, che il trattamento che ci è riservato non è giusto”.