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Ecco come Obama rilancia la guerra (anche cyber) a Isis

Barack Obama rilancia l’azione contro lo Ststo islamico in Siria e annuncia l’invio di altri 250 soldati, molti di questi appartenenti ai reparti dell’élite. Contemporaneamente Washington intende incrementare contro i baghdadisti gli attacchi cyber: una volontà forte della Casa Bianca, secondo il New York Times, che si sarebbe imposta con fermezza per usare le potenzialità del Cyber Command, il comando dell’esercito americano che si occupa di azioni cibernetiche.

Nelle ultime due settimane gli Stati Uniti hanno stretto il cappio attorno all’organizzazione di Abu Bakr al Baghdadi, rafforzando anche le operazioni in Iraq (nuovi contingenti con ruoli più attivi, basi di fuoco per l’artiglieria, addirittura l’impiego, molto mediatico, dei super bombardieri B-52). Proprio in Iraq, per preparare l’importante offensiva su Mosul, roccaforte jihadista, è stato impegnato il Cyber Command in fase offensiva per la prima volta.

Se Obama spinge adesso è anche perché i risultati di una campagna di decapitazione (i cui risultati a lungo termine saranno valutati) avviata contro lo Stato islamico sta portando frutti importanti. Dall’inizio di marzo gli americani hanno ucciso in operazioni mirate Abu Atheer al Absi, Omar al Shishani, Abu Ali al Anbar e Abu Saif, leader centrali e storici del gruppo, e catturato Abu Dawud, comandante con incarichi per gli armamenti (anche un primordiale progetto chimico). Azioni su cui il Pentagono non ha diffuso troppi dettagli: potrebbe esserci una spia che segnala i movimenti agli americani, ma potrebbe anche essere che il mix di forze speciali a terra e osservazioni cibernetiche abbia permesso di violare il sistema di protezione e sicurezza della catena di comando dello Stato islamico.

CyberCom ha proprio questo tra uno dei sui compiti: penetrare nelle linee di comando del Califfato, studiarne le abitudini e le dinamiche, sostituirsi agli account dei capi per infiltrarsi, bloccare le rotte economiche, rendere il sistema di comunicazione del gruppo insostenibile. Un messaggio verso l’organizzazione che ha un approccio paranoico alla sicurezza. Le informazioni vengono poi passate ai commandos sul campo: France 24 ha trasmesso un reportage video dal nord della Siria, durante il quale sono ripresi anche alcuni dei 50 operatori delle forze speciali (foto) che Obama aveva inviato a gennaio a sostenere la discesa su Raqqa dei ribelli curdo-arabi.

Per dare sostanza “fisica”, oltre che cyber, alla controffensiva americana da maggio i Marines impiegheranno anche una batteria di missili Himars a lunga gittata, con cui dalla Turchia meridionale dove saranno schierati potranno coprire i ribelli amici del nord siriano.

 


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