Lo aveva detto tempo fa il premier Matteo Renzi: le serie televisive possono insegnare molto di politica. Il presidente del Consiglio proponeva un rilancio della formazione politica sfruttando i telefilm americani. Lo spunto, però, non era originale: tempo fa il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, aveva confessato la sua passione per questi prodotti televisivi. Infatti, di recente si è fatto consegnare in anteprima la sesta stagione della famosa serie “Game of Thrones”, come racconta la Cnn.
Certo è che le serie a sfondo politico – e molte volte ispirate alla contemporaneità – vincono tra il pubblico. Il successo della produzione di Netfilx “House of Cards” è stato persino copiato dalla Cina, che ha prodotto un telefilm simile intitolato “Nel nome del popolo”.
Dal Brasile alla Norvegia, ecco alcuni dei telefilm di taglio politico più riusciti.
1.“Homeland”: Prodotta nel 2011 da Showtime, gli stessi creatori di “24”, “Homeland” conta cinque stagioni di 12 capitoli ognuna. Racconta la storia di Carrie Mathison, un’agente della Cia con disturbo bipolare che fa un’indagine molto rischiosa per smascherare il soldato americano Scott Brody, di cui si sospetta abbia avuto legami con Al Qaeda dopo essersi convertito all’Islam. Mathison cerca di indagare per prevenire un attentato negli Usa. Dal Pakistan al Venezuela, molti conflitti e situazioni reali sono rappresentati in questo telefilm che ha vinto diversi Golden Globe, WGA e l’American Film Institute. Le polemiche non sono mancate: il governo del presidente venezuelano Nicolás Maduro ha fatto causa alla produzione per danni all’immagine del Paese, mentre nella quinta stagione tre artisti assunti dalla produzione hanno scritto frasi in arabo su un muro accusando la serie di razzismo. E le immagini sono state trasmesse perché nessuno se ne è accorto.
2. “House of Cards”: La serie più famosa prodotta da Netflix, interpretata da Kevin Spacey e Robin Wright, con quattro stagioni di 13 capitoli ciascuna. La storia è stata già raccontata in un telefilm di quattro episodi trasmesso dalla Bbc nel 1990, che si è ispirato a sua volta al romanzo di Michael Dobbs. Nella versione britannica, il protagonista è il capo del partito conservatore Francis Urquhart. La trama racconta le azioni che compie per diventare primo ministro. La versione americana è ambientata a Washington e racconta le ambizioni di Frank Underwood, leader del partito democratico, e sua moglie. La delegazione russa alle Nazioni Unite si era pronunciata contro il permesso per fare registrare una puntata di “House of Cards” all’interno del Palazzo di Vetro.
3. “Borgen”. Questa serie prodotta in Danimarca racconta la storia della carismatica politica Birgitte Nyborg, interpretata da Sidse Babett Knudsen. La donna vince le elezioni in maniera inaspettata e diventa il primo ministro donna del Paese. “Borgen” è il soprannome del Palazzo Christiansborg, il Parlamento danese. È il leader di un piccolo partito a cui tocca guidare una difficile coalizione di governo. In Spagna, i leader del partito Ciudadanos dicono di seguire “Borgen” perché potrebbe dare molti spunti per risolvere la situazione di blocco che vive il Paese iberico, senza governo dalle elezioni di dicembre 2015. “Borgen” ha anticipato la crisi politica provocata dallo scandalo tra il governo di Helle Thorning-Schmidt e la banca di affari Goldman Sachs per l’acquisto del 19% dell’azienda pubblica Dong Energy. Fino ad ora “Borgen” è stata trasmessa in due stagioni (10 capitoli ciascuna) ed è in corso la produzione della terza stagione.
4. “Okkupert”: Il telefilm norvegese narra di un’ipotetica occupazione sovietica e la reazione pacifica del governo. Gli Stati Uniti sono usciti da tempo dalla Nato e in Norvegia ha vinto il partito verde dopo diversi disastri ambientali. Chiudono le produzioni di gas e petrolio e si sfrutta un minerale chiamato thorite come fonte di energia. L’Unione europea fa pressione e i russi decidono di invadere la Norvegia per sequestrare i giacimenti e costringere il primo ministro a cambiare rotta. “Okkupert” è stata prodotta dalla tv pubblica della Norvegia. Il creatore è lo scrittore Jo Lesbø e il regista è Erik SKjoldbjærg. Hanno voluto chiedersi se il Paese sarebbe tollerante ad una aggressione simile. La Russia di Vladimir Putin si è espressa contro la fiction.
5. “In nome del popolo”: La campagna del presidente Xi Jinping per sradicare la corruzione dal Partito Comunista Cinese (che ha 88 milioni di membri) sta cercando di sfruttare l’influenza della televisione. Pechino ha incaricato la produzione di una serie chiamata “In nome del popolo”. La storia racconta le avventure di Hou Liangping, un inquirente del governo interpretato dalla star televisiva cinese Lu Yi. Nel viaggio verso una provincia cinese immaginaria di nome Bianxi, Liangping indaga su un crimine. Lo accompagna sua moglie, un’agente sotto copertura. Liangping è una specie di Frank Underwood (House of Cars) in versione cinese. Saranno investiti 16 milioni di euro per 42 capitoli. In un’intervista al quotidiano Beijing Youth Daily, il regista del telefilm, Fan Ziwen, ha detto che le autorità non hanno immaginato che la serie potrebbe diventare una rappresentazione di quanto è marcio il sistema cinese.
6. Netflix e la politica brasiliana. Non ha ancora un nome, ma la produzione di Netflix per raccontare la politica brasiliana è già cominciata. Il lancio è previsto per il 2017 e sarà basato sulle vicende del caso Lava Jato, il processo giuridico in corso in Brasile per casi di corruzione alla statale petrolifera Petrobras, che ha coinvolto anche il presidente Dilma Rousseff e l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva. La serie sarà diretta da José Padilha (Narcos, Tropa de Elite e Robocop) e scritta da Elena Soares (Xingu, Filhos do Carnaval and Casa de Areia). Netflix ha detto di riconoscere il talento di Padilha per trasformare eventi attuali in storie irresistibili dal punto di vista narrativo. “La serie seguirà l’indagine giudiziaria per scoprire il caso più grande di corruzione vissuto in Brasile”, ha dichiarato Padilha.