Vediamola un po’ più da vicino questa storia del sindaco di Lodi, delle “mani sulle piscine”, dei corrotti e dei corruttori, gare truccate e aste turbate. in ballo c’era l’appalto per la gestione estiva di due piscine comunali (non per costruirle o altro), qualcosa come 4000 euro l’anno.
Il sindaco Simone Uggetti avrebbe cercato di modificare i requisiti di appalto, non per favorire una qualche mafia locale ma per favorire una società municipalizzata, far restare l’appalto a Lodi e risparmiare soldi pubblici. Probabilmente avrà anche commesso qualche leggerezza, diciamo qualche cavolata e e se è così ne risponderà.
Ma Uggetti è già in galera con una sentenza di condanna già parzialmente emessa dal giudice che sostiene non possa esservi neppure spazio per attenuanti. Il sindaco sarebbe infatti colpevole di “ricavare per sé vantaggi di consenso politico-elettorali” (forse quelli dei frequentatori delle piscine che risparmieranno qualche euro sul prezzo del biglietto), non solo quella del sindaco è “una personalità negativa che porta ritenere che lo stesso abbia potuto sistematicamente gestire la cosa pubblica con modalità illecite”. Cioè, non abbiamo prove di altri reati, ma dalla personalità possiamo ritenere che ne abbia commessi: la presunzione psicologic-caratteriale di colpevolezza. Roba orwelliana.
Ma c’è di più: quando si cerca di capire perché il sindaco sia in galera e non magari agli arresti domiciliari (difficile che il primo cittadino si dia alla fuga o si metta a cincischiare con altre piscine) si scopre che secondo il giudice questa dovrebbe essere la regola per tutti i politici, vista “la conoscenza degli strumenti giuridici e il ruolo sociale e politico rivestito dall’Ugetti”, e considerato che con il progresso tecnologico “è impossibile monitorare e controllare gli indagati sottoposti agli arresti domiciliari”.
Resta solo la galera. Per tutti. Ovviamente massima fiducia nella magistratura.