Le forze speciali turche hanno condotto un blitz contro una postazione dello Stato islamico in Siria settentrionale, per disattivare il sistema che lanciava continuamente razzi contro la città di confine di Killis, nel nord della Turchia. Lo ha reso noto domenica il giornale turco Yeni Safak e confermato un funzionario della Difesa americana al Wall Street Journal.
Una ventina di commandos, probabilmente i “Berretti Marroni” Bordo Bereliler, hanno attaccato con un raid rapidissimo, svoltosi per pochi minuti a partire dalle 01:30 della notte tra il 7 e l’8 maggio a circa 14 chilometri dentro il confine. Secondo i media turchi, l’operazione ha richiesto una decina di giorni di preparazione e raccolta di dati di intelligence.
Le fonti del quotidiano turco hanno rivelato che quella di sabato non rimarrà l’unica operazione del genere. Non ci sono invece dichiarazioni ufficiali da parte di Ankara.
Se confermata la notizia, si tratterebbe della prima incursione diretta dell’esercito turco contro lo Stato islamico in Siria; in un’altra occasione, nel febbraio del 2015, Ankara aveva mandato oltre cinquecento soldati, supportati da blindati e carri armati a difendere l’exclave turca in Siria di Suleyman Shah, perché l’Is minacciava di colpirla.
I razzi piovuti dal confine siriano in Turchia hanno provocato, da gennaio, 23 morti e diversi feriti. La Turchia aveva iniziato a bersagliare le postazioni da cui venivano sparati con l’artiglieria, ma si tratta di razzi portatili, che una volta colpito spariscono.Sabato l’azione delle forze speciali invece ha fatto scacco sui lanciatori, che avevano sparato un Katiusha appena dieci minuti prima del blitz, per rappresaglia ad un’intensa serie di bombardamenti della Coalizione nell’area.
Pare che Russia e Stati Uniti siano stati informati preventivamente dell’operazione.