E’ la mancanza d’equilibrio l’elemento che oggi caratterizza gli assetti geopolitici mondiali, tra conflitti più o meno dichiarati, rivoluzioni tecnologiche e sommovimenti epocali che stanno riscrivendo la storia e la geografia. All’ordine del passato – durato in pratica fino al crollo dell’Unione Sovietica e alla fine della guerra fredda – non se n’è sostituito uno nuovo, con la conseguenza di trovarci oggi di fronte a una situazione di sostanziale disordine.
L’APPUNTAMENTO AL CENTRO STUDI AMERICANI
I fattori che hanno generato questa condizione di caos sono molteplici, come emerge dal volume curato e promosso dalla fondazione Magna Carta, dall’eloquente titolo “Il nuovo disordine internazionale. Conflitti politici, cambiamenti tecnologici ed evoluzioni strategiche“. Il libro – scritto da esperti del settore e giornalisti, tra cui, ad esempio, le firme di Formiche.net Carlo Jean e Giulio Sapelli e il direttore de La Stampa Maurizio Molinari – è stato presentato ieri a Roma, al Centro Studi Americani. Al dibattito, moderato dalla presidente Rai Monica Maggioni, hanno partecipato il senatore e presidente della Fondazione Magna Carta Gaetano Quagliariello, il presidente della commissione Difesa di Palazzo Madama Nicola Latorre, l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti (attualmente membro della commissione Affari esteri del Senato) e al saggista Antonio Pilati. Una mattinata di approfondimento ed analisi aperta dai saluti del direttore del CSA Paolo Messa.
LE SORPRESE E IL DISORDINE
Un elemento sottolineato da tutti i relatori è rappresentato dalla rapidità e dall’incisività con cui a livello geopolitico, politico ed economico si è prodotto il cambiamento negli ultimi anni. Fatti fino a qualche tempo fa impensabili si verificano oggi con sempre maggiore frequenza. Alcuni di questi li ha indicati Monica Maggioni, a evidenziare come nel giro di neppure un quinquennio l’assetto internazionale si sia completamente trasformato. Il presidente della Rai ha citato “il ritorno di Vladimir Putin al centro della scena“, “l’ipotesi Brexit“, “il Daesh in Medio Oriente“, “Donald Trump in corsa per la Casa Bianca“, persino “il cambio al vertice del ministero del Petrolio dell’Arabia Saudita” dove Ali al-Naimi – che ricopriva l’incarico dal 1995 – è stato sostituito da Khalid al-Falih (qui l’approfondimento sul tema di Formiche.net). Fatti che considerati nel loro insieme – ha evidenziato Maggioni – hanno portato all’attuale contesto “di disordine internazionale“.
L’ITALIA E L’ATLANTISMO
Di Stati Uniti e di rapporti Italia-Usa ha parlato, in particolare, Quagliariello che ha richiamato l’attenzione sull’importanza delle elezioni americane (qui gli ultimi articoli di Formiche.net, nel taccuino di Giampiero Gramaglia). “Comunque andranno a finire costituiranno una svolta“, ha osservato il fondatore del Movimento Idea, per il quale “sarà messa in discussione la politica estera americana dell’ultimo presidente“, nonostante ovviamente non sia certa una totale discontinuità sul tema. Il presidente della fondazione Magna Carta ha quindi rilevato come la politica estera italiana sia stata storicamente caratterizzata “da due categorie: il filoatlantismo e il neoatlantismo“. La prima ad indicare un’adesione incondizionata al Patto atlantico e agli Stati Uniti, la seconda, invece, costituita da una politica di vicinanza agli Usa ma tesa anche ad affermare la centralità del Mediterraneo e il dialogo con i Paesi del Medio Oriente. “Due categorie” – ha ribadito Quagliariello – “che hanno attraversato tutta la storia repubblicana e ancora oggi visibili in filigrana“, seppur in modo sempre più sbiadito.
IL DISORDINE SECONDO TREMONTI
Giulio Tremonti ha posto l’accento sui motivi che – a suo dire – hanno determinato l’attuale situazione di disordine. Una valutazione che l’ex ministro dell’Economia ha fatto precedere da una considerazione di fondo. “Mai nella storia dell’umanità si era verificato un cambiamento così rapido“, ha commentato. Le ragioni individuate da Tremonti – come spiegazione del caos imperante nello scenario internazionale – sono molteplici. La prima sono “i fatti migratori“, rispetto ai quali il senatore non ha esitato a puntare il dito contro le responsabilità dell’occidente: “Ha avuto la mania di esportare la democrazia come se si trattasse di un McDonald’s“. E, ancora, “la distruzione del ceto medio“, con il crescente utilizzo delle macchine digitali che “stanno distruggendo la working class media“. E poi “la degenerazione della finanza” e “la scoperta economica dell’Asia“, che ha spostato il baricentro del mondo. Ultimo motivo l’Europa, sempre più travolta dai cambiamenti in corso. Tra i motivi che hanno determinato la crisi che vive l’Unione, Tremonti ha citato le modalità con cui è stato effettuato il suo allargamento, il modo con cui non si è stati in grado di gestire la globalizzazione e l’incapacità dell’euro di assolvere ad uno dei suoi compiti fondamentali, quello “di federare l’Europa“. Infine, una provocazione: “Il futuro si può affrontare con questo tipo di classe dirigente? Io ho qualche dubbio“.
L’ITALIA E IL MEDITERRANEO
Un disordine che – secondo Nicola Latorre – ha la sua rappresentazione più chiara nell’area del Mediterraneo dove “si incrociano tutte le sfide più importanti del nostro tempo: quelle della sicurezza, dell’energia e delle migrazioni“. Da qui la necessità di una decisa azione di stabilizzazione, che tenga conto ovviamente anche di quanto accade fuori dall’Europa e, in particolare, negli Usa e in Russia. Secondo Latorre, non è detto che con le elezioni del nuovo presidente “vi siano cambiamenti radicali nella politica estera degli Stati Uniti“, anche e soprattutto in relazione al Mediterraneo e al Medio Oriente. Una considerazione che – a suo modo di vedere – deve condurci ad approfondire “il dossier dei rapporti” con Putin, visto che “la Russia proprio nel Mediterraneo sta rilanciando il suo ruolo internazionale“. Tra le priorità, Latorre ha indicato anche l’esigenza di parlare con la Francia e di fare chiarezza “sull’atteggiamento di incomprensibile ambiguità” che sta tenendo nel Mediterraneo. Il senatore del Partito Democratico ha infine evidenziato la situazione di grave difficoltà che stanno vivendo gli organismi internazionali in questa fase di disordine. A tal proposito, ha parlato di “crisi profonda delle Nazioni Unite, costruite su un mondo che non c’è più“, con la conseguenza di essere oggi contraddistinte da “sostanziale inutilità“. Perchè le cose cambino – ha concluso – “è necessario costruire gli organi di una nuova governance mondiale“.