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Tutti i dettagli sull’attentato che ha colpito Tel–Aviv

Da sempre ritenuta un’oasi felice, in un Medio-Oriente dilaniato da conflitti che attraversano trasversalmente l’intera regione, anche a Tel-Aviv il terrorismo è tornato a colpire.

Mercoledì sera un attentato ha causato la morte di quattro israeliani e il ferimento di altri sedici. Il primo ministro Benjamin Netanyahu non ha esitato a prendere provvedimenti, seguito dal nuovo ministro della difesa, Avigdor Lieberman, messo di fronte al suo primo banco di prova.

Ecco tutti i dettagli sull’attentato.

PAURA AL MERCATO DI SARONA

“Mercoledì sera, quattro israeliani sono stati uccisi e altri sedici sono rimasti feriti in un attentato terroristico”, scrive il quotidiano israeliano Haaretz. Ad aprire il fuoco sono stati due palestinesi, verso le 9 e mezza circa (ora locale), nel bel mezzo del mercato di Sarona, un’area ricca di bar e ristoranti, poco distante dalla sede del ministero della Difesa – l’unico che si trova a Tel-Aviv, invece che a Gerusalemme – e altre zone militari.

I due attentatori sedevano al ristorante Max Brenner. “Un dipendente del ristorante ha affermato che i due indossavano un abito scuro e che hanno ordinato da bere, prima di alzarsi all’improvviso e cominciare a sparare all’impazzata”, riporta Haaretz. Si tratta di due giovani palestinesi, di circa 20 anni, cugini tra loro, originari di Yatta, piccola città della West Bank, poco distante da Hebron. “La polizia ha affermato che uno è stato arrestato, mentre l’altro è stato ricoverato presso l’ospedale di Ichilon, dopo esser stato raggiunto da colpi di pistola”, scrive il libanese The Daily Star. Inizialmente si presumeva la presenza di un terzo attentatore, ma poi la notizia è stata smentita. Secondo un testimone oculare, poi, i due terroristi avrebbero cercato di mimetizzarsi indossando un kippa, ma la notizia non è ancora stata confermata.

Le quattro vittime sono state identificate. Si tratta di Ido Ben Ari, 42enne di Ramat Gan; Ilana Neve, 39enne di Tel-Aviv; Michale Feige, 58enne di Midreshet Ben-Gurion; e Mila Mishayev, 32enne di Rishon Letzion”, prosegue il quotidiano israeliano.

LE TESTIMONIANZE DEI PRESENTI

Le telecamere di sorveglianza all’interno del ristorante mostrano scene di caos, persone che corrono disperatamente per cercare riparo, alcune escono fuori dal ristorante, altre si rifugiano sotto i tavoli. Secondo un testimone oculare alcune persone sono riuscite a salvarsi nascondendosi nella cella frigorifera del ristorante”, scrive Haaretz.

Tomer, uno dei presenti, ha affermato di aver visto persone correre velocemente fuori dal ristorante: “Non è stato un attacco terroristico come gli altri. Gli spari sono andati avanti per almeno un minuto”.

Meital Sassi ha riferito a Canale 10 Tv che quando ha udito gli spari si trovava al mercato Sarona, con la famiglia, per celebrare il compleanno del figlio. “Ho capito immediatamente che si trattava di un attentato terroristico. Abbiamo cominciato a correre con il bambino e il passeggino. Urlavo di correre alle persone che non avevano capito cosa stesse accadendo”, riporta Al-Arabiya.

COSA HANNO DETTO NETANYAHU E LIEBERMAN

Il primo ministro Benjamin Netanyahu, di ritorno dal viaggio a Mosca, atterrato in Israele a mezzanotte circa, si è recato immediatamente sul luogo dell’attentato, accompagnato dal ministro della Difesa Avigdor Lieberman e dal ministro della Pubblica sicurezza Gilad Erdan, informati dei fatti dal capo del dipartimento di polizia di Tel-Aviv.
“L’attacco è stato condotto da persone prive di valori”, ha affermato il leader del Likud, come riportato da Haaretz. “Questo non è il momento per fare dichiarazioni, ma noi faremo tutto quello che è necessario”, ha proseguito il nuovo ministro della Difesa, messo subito dinanzi a un banco di prova non indifferente.

A mezzanotte e mezza circa, il primo ministro ha poi convocato un vertice diplomatico-militare, presso la base di Kirya, per discutere le possibili strategie da adottare in seguito all’attentato.
“Abbiamo discusso di misure offensive e difensive per contrastare il grave fenomeno delle sparatorie, che ci ha lanciato una sfida e che noi abbiamo intenzione di affrontare. Ci saranno delle risposte decise da parte degli organi di sicurezza, non solo per localizzare chiunque abbia cooperato con gli attentatori, ma anche per prevenire che gesti simili si verifichino in futuro”, ha affermato Netanyahu.

I PROVVEDIMENTI DEL GOVERNO ISRAELIANO

In risposta all’attentato di mercoledì sera, le forze di sicurezza israeliane hanno condotto alcuni arresti nella città di Yatta, nella West Bank. L’esercito israeliano, l’Idf, ha anche bloccato l’accesso alla città, permettendo solo agli aiuti umanitari di entrare e uscire dall’area posta sotto stretta sorveglianza”, scrive il Jerusalem Post. “Secondo alcuni media palestinesi, infatti, le forze di sicurezza israeliane avrebbero dichiarato la città di Yatta zona militare posta sotto restrizione […] Scopo della decisione sarebbe interrogare i familiari degli attentatori”, riporta Haaretz.

Oltre ad aver circondato la città di Yatta, nella West Bank, il Maggiore-Generale Yaov Mordechai, coordinatore delle attività del governo israeliano nei territori occupati, ha anche deciso di ritirare le attenuanti che erano state concesse, in materia di sicurezza, per l’inizio del Ramadan (qui l’articolo di Formiche.net). Ciò significa, come spiega il Jerusalem Post, che 204 permessi per entrare nella West Bank sono stati congelati. In aggiunta, altri 83mila permessi, concessi ai palestinesi residenti nella West Bank, per entrare a Gaza sono stati parimenti revocati, così come la possibilità di recarsi presso la Spianata delle Moschee per pregare.

LA CONDANNA INTERNAZIONALE

Parole di condanna per l’accaduto sono giunte anche dalle Nazioni Unite. L’inviato speciale per il processo di pace in Medio-Oriente, Nickolay Mladenov, ha detto: “Siamo tutti contrari alla violenza e diciamo no al terrorismo. Sono scioccato anche io di vedere Hamas congratularsi per gli atti di terrorre. I leader dovrebbero essere contro la violenza”, riporta il libanese The Daily Star.


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