Piena sintonia tra Carmelo Barbagallo e Giorgio Benvenuto sulla risposta che i corpi intermedi, tra cui c’è anche il sindacato, devono dare all’avanzata dei populismi. “Occorre dare risposte precise alla gente che soffre la crisi economica, affinché non si spenga la speranza per il domani” ha detto il segretario generale della Uil. “Oltre all’essere e al dire, bisogna fare” ha sottolineato il presidente della Fondazione Pietro Nenni.
LA RICERCA DI SCHWORER
La coincidenza di prospettiva è stata indicata nel corso della presentazione della ricerca “Populismi” di Jakob Schworer (con la traduzione di Giulia Bianchi), edito da Biblioteca Edizioni, collana Bussole diretta dalla Fondazione Pietro Nenni, in collaborazione con la Fondazione Bruno Buozzi. L’evento di approfondimento si è tenuto ieri pomeriggio nella sala Buozzi, presso la sede confederale della Uil ed oltre a Benvenuto, Barbagallo e Schworer, hanno preso parte al dibattito il giornalista Michael Braun, il senatore Walter Tocci ed il professor Cesare Salvi.
ALTERNATIVE PER LA GERMANIA
L’AfD è un partito nato nel settembre del 2012 quando alcuni ex membri della Cdu come Konrad Adam, Bernd Lucke, Alexander Gauland, Gerd Robanus fondarono l’Associazione per il sostegno dell’alternativa che per le elezioni federali del 2013 intendeva unirsi al partito “Elettori liberi”. Il momento chiave di questa fondazione è rappresentato, secondo alcuni commentatori politici, dalla decisione della cancelliera Angela Merkel, nel marzo del 2010, di votare a favore del piano di salvataggio per la Grecia.
L’ANALISI DI SALVI
“Bisogna differenziare i populismi – ha scritto Cesare Salvi, che ha curato la prefazione del libro in questione – perché non sono tutti uguali tra loro. Schworer individua tre tipologie di populismo, di destra, di sinistra o inclusivo, sulla base di quello che viene considerato il soggetto da contrapporre al popolo ‘puro’. Il populismo di destra si focalizza sull’esclusione dal ‘popolo’ di determinati gruppi culturali, religiosi ed etnici considerati estranei e pericolosi. Per populismo di sinistra, l’avversario sono le oligarchie e gli attori economici: banche, finanza, tecnocrazia sovranazionale. Il populismo inclusivo indica invece nell’insieme della élite (economiche e politiche soprattutto) l’avversario del ‘popolo’, includendo invece il resto (la grande maggioranza) dei cittadini. Sulla base di questa classificazione, dei due soggetti esaminati l’Alternative per la Germania deve considerarsi una forza populistica di destra, e il Movimento 5 Stelle, invece,espressione di un populismo inclusivo”.
LA FINE DEL NOVECENTO DI TOCCI
Anche per Walter Tocci, già vicesindaco di Roma l’emersione di svariati populismi è sinonimo della fine del Novecento: “Non solo in Italia, ma anche in Germania – ha ricordato il senatore – l’assetto bipolare rischia in prospettiva una crisi caratterizzata dalla presenza di tre o quattro poli che si contenderanno la leadership. Intanto, avremo a che fare con populismi di governo e d’opposizione”.
IL SUCCESSO DEL M5S SECONDO BRAUN
Uno sguardo alla fase immediatamente seguente alle elezioni amministrative lo ha gettato Michael Braun: “Una sconfitta drammatica per il Partito Democratico – ha spiegato il corrispondente da Roma del quotidiano berlinese Die Tageszeitung e della radio pubblica tedesca – un vero trionfo per il Movimento 5 stelle: è univoco il risultato delle comunali. Era nei conti che l’M5s conquistasse Roma, ma la vittoria a Torino non era altrettanto scontata. Due donne – nella capitale Virginia Raggi, di 37 anni, e a Torino Chiara Appendino, di 32 anni – sono i volti di questo successo su tutta la linea ottenuto dopo una campagna in cui il grande assente è stato Beppe Grillo, che si è affacciato solo a giochi fatti per festeggiare il risultato insieme con Raggi. Questo fatto da solo dimostra che il movimento antisistema ha messo radici, che non è una banda scalcagnata e un po’ clownesca guidata da un comico sopra le righe che intrattiene i cittadini arrabbiati. Con Raggi e Appendino, ma anche con i suoi Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, l’M5s si presenta come forza seria, e per molti versi anche rassicurante. E che, inoltre, ha saputo battere Matteo Renzi con le sue stesse armi”. Per Braun la forza del Movimento 5 Stelle è stata quella, in questa competizione elettorale, di mostrarsi come estranea al sistema. “Volti giovani – ha concluso – non consunti e che sia a Roma sia a Torino al ballottaggio si sono mostrati capaci di attirare anche tanti elettori della destra, mentre i candidati del Pd sono rimasti sostanzialmente fermi: così si presentano Virginia Raggi e Chiara Appendino. Il loro successo dimostra che l’M5s è una vera insidia per il Pd. Mentre negli altri paesi europei i partiti antisistema si presentano ora collocati a destra ora a sinistra, i cinquestelle sono pienamente riusciti a far passare il messaggio di essere estranei a questo schema”.
LA DISCONTINUITÀ SECONDO BARBAGALLO
Anche Carmelo Barbagallo ha espresso un’idea precisa sull’esito dei ballottaggi delle elezioni amministrative di domenica scorsa: “La discontinuità – ha detto il leader della Uil – può essere un elemento per ridare slancio alle amministrazioni comunali”. Parlando in particolare del futuro di Roma e dei rapporti con il Movimento 5 Stelle, Barbagallo ha sottolineato che “il Movimento ultimamente prende nota dei nostri studi” e rispondendo ad una domanda sulle prospettive di rapporto a Roma ha aggiunto che “i corpi intermedi, non solo il sindacato, devono essere in condizioni di dare una mano ma se dall’altro lato non si ricerca il confronto si sbaglia. Non voglio bagnarmi prima che piova. Pregiudizialmente non sono preoccupato, come sindacato agiamo secondo buonsenso”.
LA PIATTAFORMA ROUSSEAU
In effetti, il movimento che nacque da un incontro a Livorno, in una sera d’aprile del 2004 tra Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio è diverso da quello che prese circa 9 milioni di voti alle elezioni politiche del 2013. Dopo la morte del secondo, il Movimento 5 Stelle più che pelle ha cambiato piattaforma, ora accessibile solo agli iscritti e solidamente in mano a Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto. Non più il blog di Beppe Grillo, ma il sistema operativo Rousseau, gestito dall’omonima associazione, ideato per convogliare in un’unica piattaforma il dibattito politico,la scelta dei candidati e le decisioni da prendere.
VERSO IL REFERENDUM COSTITUZIONALE
Gira voce che il gruppo parlamentare dei pentastellati, che uscirà all’indomani del prossimo voto politico, cambierà fisionomia: meno candidati anonimi come casalinghe e disoccupati e più volti giovani dal buon curriculum come quelli vincenti a Roma e Torino. Prima di quell’evento, però, c’è la scadenza di ottobre riguardante il referendum sulla riforma costituzionale.
Un passaggio obbligato per comprendere se la strada imboccata dai populisti che amministrano la Capitale sarà in salita, o in discesa.
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