Il passo indietro invocato dal neo sindaco di Torino, Chiara Appendino, non lo farà. Francesco Profumo, nominato presidente della Compagnia di Sanpaolo (primo azionista di Intesa Sanpaolo col 9,3%) lo scorso maggio dal consiglio generale della fondazione, dopo essere stato nominato nel consiglio su indicazione dell’ex sindaco di Torino, Piero Fassino, sgombra il campo dai dubbi sulle sue prossime mosse. Se mai ce ne fossero stati. Le bordate della penta stellata Appendino sull’opportunità della sua permanenza in corso Vittorio non gli hanno fatto perdere il suo tradizionale aplomb. Pacato e sorridente Profumo sventola lo statuto della Compagnia, ripete la parola autonomia, si appella alle leggi e declina l’invito a farsi da parte.
LE PAROLE DI PROFUMO
“Il Comune di Torino mi ha indicato, dopodiché è il consiglio generale della Compagnia che mi ha nominato e poi eletto presidente. Quindi io rispondo al consiglio generale”, ha detto Profumo, già ministro ed ex presidente del Cnr, che poi ha subito precisato: “Nessuno ha mai messo in dubbio il mio rispetto per le istituzioni, che non verrà meno neanche questa volta, ma la Compagnia è una istituzione privata con uno statuto che è stato approvato lo scorso gennaio”.
LA CHIOSA DI GASTALDO
A rinforzare il messaggio ci pensa Piero Gastaldo, segretario della Compagnia fin dal 2001: “La Legge Ciampi dice esplicitamente che i componenti del consiglio generale non rappresentano i soggetti esterni che li hanno nominati né ad essi rispondono”. Come a dire che il Comune di Torino non può chiedere la testa di Profumo.
LA DIATRIBA SUGLI EMOLUMENTI
Rispedita al mittente anche l’accusa di un eccesso di zelo da parte di Profumo nel rivedere al rialzo gli emolumenti dei vertici. “La lettura dell’accantonamento di 400mila euro per i compensi dei vertici è scorretta. La questione è più ampia. La voce che è stata ritoccata è ufficialmente il costo del funzionamento degli organi”, ha precisato Gastaldo, che ha parlato di “eccesso di sobrietà” della Fondazione torinese.
I CONFRONTI CON LE ALTRE FONDAZIONI
“Siamo notoriamente la fondazione italiana i cui organi costano meno”, ha rivendicato il segretario della fondazione, che cifre alla mano ha illustrato il fatto che la Compagnia di Sanpaolo spende circa un milione per “i costi di funzionamento degli organi”, mentre Cariplo, Fondazione Crt e CariVerona spendono oltre 2 milioni e CariParo circa 1,5 milioni. L’accantonamento, ha spiegato Gastaldo, è stato proposto per far fronte ad un “più intenso lavoro degli organi ordinari in vista del piano strategico pluriennale della Fondazione, che verrà redatto”. “Se abbiamo colpe forse si può parlare di un eccesso di trasparenza”, ha attaccato il segretario generale.
I PROSSIMI PASSI
Il “cantiere” per costruire il Piano strategico pluriennale sarà avviato con il prossimo consiglio generale, previsto il 4 luglio. “Il 31 ottobre va approvato il bilancio preventivo del 2017. Vogliamo arrivare a quella data con le linee guida del piano strategico. Sarà un lavoro intenso e fondamentale”, ha illustrato Profumo.
IL BOTTA E RISPOSTA SUL SEMESTRE BIANCO
Appendino ha inoltre lanciato l’ipotesi di dar vita ad un semestre bianco: il sindaco in carica negli ultimi 6 mesi del suo mandato non potrà fare nomine. Profumo ha replicato che “per il futuro gli enti locali nella loro autonomia possono decidere di applicare il semestre bianco, dopodiché con le regole attuali, la Compagnia, farà un sollecito, e dopo 15 giorni la Fondazione si sostituisce e procede alle nomine”. Di fronte all’ipotesi di semestre bianco Gastaldo non esclude che “il Consiglio generale possa porsi un problema di riflessione sulle regole”, ma fa anche notare che “non esiste nessuna tra le fondazioni bancarie che adotti regole che assomiglino a quella del semestre bianco”.
GLI APPUNTAMENTI
Non è ancora in agenda, ma è certo che Appendino e Profumo si incontreranno per smussare gli angoli, subito dopo l’insediamento ufficiale del neo sindaco previsto il 30 giugno. Entro il 14 agosto poi Appendino dovrà indicare chi sostituirà Profumo in consiglio generale: “Da parte mia non c’è nessun pregiudizio, la Compagnia è un attore fondamentale per lo sviluppo del territorio, ruolo che voglio sia rafforzato. I nostri progetti sono inclusivi e devono essere fatti in collaborazione con gli enti locali – ha precisato Profumo – la Fondazione in questi anni ha fatto il bene della città e lo rivendichiamo. Questo è anche il frutto dell’autonomia intellettuale della Compagnia”.
L’OFFENSIVA DEI GRILLINI VISTA DA GASTALDO E MATTIOLI
Secondo Gastaldo la Fondazione è finita nel mirino dei grillini, perché è rimasta “ uno dei pochissimi centri decisionali della città. C’è un effetto di sovraesposizione, legata all’impoverimento del paesaggio”. Getta acqua sul fuoco Licia Mattioli, vice presidente della Compagnia e presidente degli industriali torinesi: “Secondo me Appendino non ha voluto lanciare un segnale contro la Compagnia di Sanpaolo ma piuttosto un segnale di discontinuità in generale rispetto al suo predecessore”.