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Che cosa sta succedendo a Dallas

Nella serata di giovedì cinque poliziotti sono stati uccisi e altri sette sono rimasti feriti a Dallas, in Texas, durante una manifestazione che si svolgeva in modo pacifico al centro della città per protestare contro le uccisioni di due afroamericani, avvenute in questi giorni in Louisiana e Minnesota. 

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Al momento ci sono molti lati non chiariti nella vicenda, ma dai primi dati raccolti pare che gli agenti siano stati vittima di tiri di cecchini appostati sui tetti degli edifici intorno. Sembrerebbe che a sparare sia stato personale addestrato: il capo della polizia di Dallas, David Brown, ha detto che è stato un’attacco “stile imboscata”, con almeno quattro punti di fuoco disposti in triangolazione. Per questo gli investigatori pensano che si sia trattato di un’azione organizzata per “colpire” quante più forze di sicurezza possibile; alcuni sono stati colpiti alla schiena. Testimoni hanno raccontato che ci sono state anche vere e proprie esecuzioni: un uomo armato e in abiti tecnici è sceso da un Suv nero e da terra avrebbero finito il lavoro dei cecchini. Queste immagini sono state filmate in un video amatoriale. Anche Barack Obama, intervenendo da Varsavia dove inizia oggi il summit Nato, ha comunque parlato di premeditazione (un attacco “feroce, calcolato e spregevole” l’ha definito il presidente). 

Si è trattato del più alto numero di vittime subito dalle forze dell’ordine americane per un attacco in patria, dai tempi dell’11 settembre. Tre persone sospettate sono state fermate dalla polizia, una donna e due uomini che si stavano allontanando da un garage multipiano dell’El Centro Community College, da cui pare siano partiti i colpi di arma da fuoco contro la folla: i due uomini erano su una Mercedes rimasta imbottigliata nel traffico qualche chilometro più a sud, la donna invece era sul luogo della sparatoria. Un altro, identificato successivamente come Micha X. Johnson, un veterano dell’esercito di 25 anni, incensurato, è morto: era rimasto asserragliato nell’edificio fronteggiando le unità speciali SWAT della polizia. Secondo il racconto di Brown in conferenza stampa, l’uomo sarebbe stato ucciso da un robot anti-bomba, che ha portato un ordigno nel punto in cui era trincerato il sospetto, evitando così di esporre i poliziotti “ad altri rischi”, ha detto il capitano (è la prima volta che viene dichiarato questo genere di azioni, e la questione ha già aperto una discussione sugli aspetti etici e legali della tecnica usata).

L’uomo ucciso nel garage aveva detto di non volersi arrendere, diceva di voler uccidere “i bianchi”, minacciando una strage: parlava di ordigni piazzati nella zona, che avrebbe fatto detonare. Per il momento non è verificata l’attendibilità di queste parole: a quanto pare per il momento, Johnson non ha collegamenti politici, nemmeno con il Black Lives Matter, il movimento che aveva promosso la manifestazione. Stando a quanto rivelato al New York Times da una fonte anonima informata sulle indagini, il venticinquenne potrebbe addirittura aver agito da solo. Questa informazione non collima con nessuna di quelle diffuse finora

La manifestazione era stata organizzata a seguito delle uccisioni di Alton Sterling e Philando Castile. La sparatoria c’è stata quando ormai il corteo si stava disperdendo, intorno alle 21:00 ora locale.

Il primo, un venditore ambulante di Baton Rouge, in Louisiana, è stato colpito a morte da due agenti che lo avevano fermato, immobilizzato e ammanettato. Secondo un video ripreso da una persona di passaggio, gli agenti gridavano a Sterling «fermo! Hai una pistola!» e poi hanno aperto il fuoco. Testimoni hanno detto ai media locali che i due poliziotti hanno effettivamente estratto un’arma dai pantaloni della vittima, ma che lui non l’aveva mai puntata contro di loro. Castile è stato invece ucciso a Falcon Heights, in Minnesota, in una circostanza analoga. Fermato per un posto di blocco mentre viaggiava in macchina con la compagna e sua figlia di 4 anni, nel momento in cui stava estraendo la patente dai pantaloni, un poliziotto, credendo potesse prendere invece un’arma, gli ha sparato quattro colpi fatali. Tutto è stato ripreso in un video postato in diretta su Facebook Live dalla donna: le immagini drammatiche, commentate con freddezza dalla compagna di Castile, hanno provocato l’indignazione globale.

Una curiosità: gli attacchi a Dallas sono avvenuti a qualche decina di metri dal Kennedy Memorial, il monumento che si trova nei pressi del luogo in cui JFK fu ucciso il 22 novembre del 1963 dai colpi di uno o più cecchini.

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(Foto: Screenshot, Cnn)

(L’articolo è in aggiornamento, l’ultima modifica è delle 19:50)


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