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Legge elettorale, ecco come migliorarla

L’Italia ha disperatamente bisogno di recuperare contemporaneamente efficacia di governo ed efficienza di Parlamento. L’Italicum, come il Porcellum, illude sul primo aspetto, elude il secondo. Non curerà la malattia dell’antipolitica, anzi la aggraverà, mantenendo la frattura fra elettori ed eletti. E non basterà la (sostanzialmente buona) riforma costituzionale – se verrà approvata dai cittadini – a raddrizzare la situazione.

Ora l’Italicum è rimesso in discussione. Ma non per passare a un sistema sperimentato come il francese – presidenzialismo compreso – o l’inglese (e pensare che basterebbe tornare al mattarellum eliminando la quota proporzionale che oggi, davvero, non ha più senso) bensì per reintrodurre il premio di coalizione al posto del premio di lista. Si guadagna in rappresentanza ma si perde in efficacia, in questo modo, e si alimenta il frazionamento delle forze politiche. Le interminabili trattative preelettorali rischiano di lasciare sul campo solo debolezze politiche. Tutto già vissuto negli anni del Porcellum.

Avanzo una proposta che consente, a mio parere, di minimizzare i costi della coalizione e di permettere una sufficiente garanzia di rappresentanza della sovranità popolare. Al tempo stesso riduce il rischio che al secondo turno finisca per prevalere una somma di minoranze opposte fra loro ma coalizzate contro, non a favore di qualcosa.

Vediamo:

  1. Al primo turno tutto resta immutato rispetto al meccanismo dell’Italicum. Si presentano le diverse liste, e quella che, arrivando prima, supera il 40 per cento dei voti ottiene il premio di maggioranza.
  2. Se nessuna lista supera il 40 per cento si va al ballottaggio. Ma qui le cose cambiano rispetto all’Italicum. Al ballottaggio non saranno infatti ammesse le prime due liste, qualunque risultato abbiano ottenuto, ma le coalizioni di liste la cui somma elettorale superi il 40 per cento dei voti espressi.
  3. Se si crea una sola coalizione che supera il 40 per cento di voti questa ottiene il premio di maggioranza e le elezioni sono finite. Se nessuna coalizione supera il 40 per cento non viene attribuito premio di maggioranza e in breve volgere di tempo si torna a votare.

Qual è il vantaggio di questa modifica rispetto alla eventuale riscrittura che prevedesse il premio di coalizione sin dal primo turno? Quello di consentire una gara libera al primo turno su un programma di governo che non nasce da una trattativa infinita con i micro partiti (è questo il buono dell’Italicum), evitando al tempo stesso che al ballottaggio prevalga una lista minoritaria o ultraminoritaria.

Lo svantaggio rispetto all’Italicum? Ovviamente quello di costringere alla coalizione chi voglia partecipare al ballottaggio, con la modifica (l’annacquamento forse, ma non necessariamente) del programma di governo. Vero, ma se gli elettori quel programma hanno rifiutato al primo turno è giusto imporlo al secondo?

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