Sul fronte terrorismo il livello di allerta è sempre alto, ma sono ugualmente state rafforzate le misure di sicurezza. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, al termine del Comitato nazionale per l’ordine pubblico e a poche ore dalla nuova esercitazione antiterrorismo tenuta nella notte tra il 13 e il 14 luglio alla stazione Termini di Roma. La sicurezza è stata aumentata in particolare nei confronti di numerosi “obiettivi sensibili” con preciso riferimento alla “recrudescenza della minaccia jihadista”.
L’ANNUNCIO
Inoltre, il ministro ha disposto “l’intensificazione delle attività informative avvalendomi del contributo del Comitato di analisi strategica antiterrorismo (Casa), che in seno al Dipartimento della Pubblica Sicurezza rafforza lo scambio di informazioni tra i vari organismi di intelligence e le Forze di Polizia nazionali e straniere”. I servizi segreti e le forze dell’ordine continuano a svolgere un ottimo lavoro, ciò nonostante Alfano ha ripetuto che “nessun Paese è a rischio zero” e che “in relazione alla recrudescenza della minaccia jihadista, sono state attuate innumerevoli iniziative di prevenzione sul territorio nazionale, mirate verso luoghi di aggregazione e altri ambiti ritenuti sensibili” riguardo ai foreign fighters, come terminal ferroviari e di trasporto pubblico, frontiere aeroportuali e marittime, nonché “mirati controlli straordinari di sicurezza anche in ambito carcerario e presso gli scali aeroportuali minori, marittimi, ferroviari e di autobus”.
I NUMERI
Parole non casuali, pur in assenza di segnali precisi diretti contro l’Italia. Alfano ha così riepilogato le cifre dell’attività di prevenzione svolta nell’ultimo anno e mezzo: 99 espulsioni dal 1° gennaio 2015, tra cui quelle di 7 imam; 55 persone arrestate dalle Digos (coordinate dal servizio centrale antiterrorismo della Polizia) e 28 dai reparti antiterrorismo dei Carabinieri, per un totale di 83, coinvolte in indagini sul terrorismo internazionale. Nello stesso periodo sono state controllate 154.136 persone, eseguite 2.717 perquisizioni su soggetti ritenuti contigui ad ambienti dell’estremismo religioso, controllati 32.776 veicoli e i passeggeri di 344 navi individuate sulle rotte utilizzabili dai foreign fighters europei per recarsi in Siria o per ritornare in Europa, sono state arrestate 531 persone e indagate in stato di libertà altre 83. Il Comitato ha, infine, espresso parere favorevole sulle modalità di attuazione del piano di impiego del contingente di 7.050 militari nei servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili che assicureranno la prosecuzione dell’operazione “Strade sicure” anche per il contrasto al terrorismo. Al Comitato hanno partecipato il viceministro, Filippo Bubbico, il capo di Gabinetto, Luciana Lamorgese, i vertici nazionali delle forze di polizia e dello Stato Maggiore della Difesa e i responsabili dei Servizi di intelligence.
L’ESERCITAZIONE
Inoltre, dopo quella di Milano del 2015 e quelle di Roma del 2015 e del gennaio 2016, nella notte tra il 13 e il 14 luglio un’altra esercitazione antiterrorismo è stata effettuata alla stazione Termini della Capitale per testare le procedure contenute nel Protocollo operativo del Piano nazionale per la gestione di eventi di natura terroristica. Hanno partecipato i comandanti generali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, generali Tullio Del Sette e Giorgio Toschi; il responsabile del Coi (Comando operativo di vertice interforze), ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone; il responsabile del Cofs (Comando interforze per le operazioni delle forze speciali), generale Nicola Zanelli, e i vertici nazionali dei vigili del fuoco e della Protezione Civile: l’esercitazione è stata gestita dalla Sala crisi del Dipartimento della Pubblica sicurezza e ha visto impegnati i reparti del Gis dei Carabinieri, del Nocs della Polizia e del Cofs delle Forze armate presso l’area della stazione Termini.