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Che cosa succede al centro fra Ncd e Udc

Renato Schifani

Le dimissioni di Renato Schifani da capogruppo NCD al Senato, di questo si tratta, senza andare oltre, non hanno prodotto per il momento sussulti nel mondo politico. Non poteva essere diversamente. C’è chi ha inserito anche Casini e l’UDC in questa diatriba nel piccolo mondo antico “centrista”. Non c’entra niente, mai c’è stata una convergenza politica, ma solo parlamentare. Dopo il regalo fatto a Monti proprio da Casini e dai cattolici (S. Egidio, ACLI, Scienza e Vita) l’UDC non presentò liste e fu ospitata, con tanta “puzza sotto al naso”, in quelle di Scelta Civica. La gloriosa tradizione popolare-democristiana affidata a Mario Monti, Zanetti e altri anonimi personaggi. Meno male che la pantomima è svanita rapidamente, non avendo gli interessati capacità di rappresentare una storia nobile per la crescita democratica dell’Italia. Fisiologico, quindi, che molti degli eletti di Scelta Civica si sono organizzati per una vera e propria transumanza nel PD, approdo sicuro per chi tiene famiglia. Oggi… e domani?

Scriveva Luigi Sturzo il 28 marzo 1957 (Crisi politica e ripresa morale): “I più celebri partiti di centro, dal secolo scorso in poi, sono stati il Zentrum dell’impero germanico al Reichstag e quello irlandese alla House of Commons; tali partiti, senza partecipare al governo, obbligarono uomini di altissima statura politica della Germania e dell’Inghilterra ad accettarne posizioni e proposte e furono vittoriosi nelle storiche lotte del “Kulturkampf” e per la libertà dell’Irlanda”. Resta sempre questa l’idea fondante per riconoscere un partito di centro e suoi rappresentanti.

Non interessa chi ha votato contro l’uso delle intercettazioni riguardanti le conversazioni di Berlusconi nel processo Ruby ter, evitando in tal modo una nuova telenovela attesa con spasmodico voyeurismo da gossippari e giornali vari.

Il mondo vive tragedie continue, profonde tensioni e i senatori dei Cinque Stelle litigano con quelli del PD, perché questi ultimi avrebbero votato in Senato per salvare Berlusconi nel segreto dell’urna? Dico, ma a costoro manca proprio il senso della realtà. E meno male che si parla di partiti nuovi e moderni. Povera Italia!

Le scuole cattoliche stanno attraversando difficoltà immani, perché si sono accumulati notevoli ritardi nell’assegnazione dei fondi da parte dello Stato. Inutile fare spallucce di fronte a questi comportamenti accidiosi, se non dolosi, la scuola cattolica da sempre aiuta il sistema scolastico nazionale a non sprecare risorse. Se solo si pensa quanto denaro lo Stato risparmia in edilizia, suppellettili, personale. Il MEF si attivi e assegni i fondi con celerità.


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