Un Dicastero omnibus in grado di assorbire ben quattro Pontifici consigli, con una sezione guidata direttamente dal Papa. Il Pontificio Consiglio per la Giustizia e per la Pace, il Pontificio Consiglio “Cor Unum”, il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ed il Pontificio Consiglio della Pastorale per gli Operatori Sanitari, saranno sostituiti in blocco dal nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale che entrerà in funzione il giorno di Capodanno 2017. La decisione è contenuta in un motu proprio di Papa Francesco firmato il 17 agosto scorso e pubblicato il 31. A guidarlo sarà il cardinale Peter Turkson.
CHE COSA FARA’
Si tratta di una struttura che, secondo il motu proprio, risponde alla chiamata della Chiesa “a promuovere lo sviluppo integrale dell’uomo alla luce del Vangelo. Tale sviluppo si attua mediante la cura per i beni incommensurabili della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato”, scrive Jorge Mario Bergoglio, che precisa: “Il Successore dell’apostolo Pietro, nella Sua opera in favore dell’affermazione di tali valori, adatta continuamente gli organismi che collaborano con Lui, affinché possano meglio venire incontro alle esigenze degli uomini e delle donne che essi sono chiamati a servire”.
Ecco allora la nuova figura (ancora non sappiamo quale sarà il “peso” giuridico dei Dicasteri nella Curia romana riformata da Bergoglio), che sarà competente “nelle questioni che riguardano le migrazioni, i bisognosi, gli ammalati e gli esclusi, gli emarginati e le vittime dei conflitti armati e delle catastrofi naturali, i carcerati, i disoccupati e le vittime di qualunque forma di schiavitù e di tortura”.
IL RODAGGIO DELLO STATUTO
Naturalmente il Dicastero ha anche uno Statuto, approvato dal Papa ad experimentum e cioè in prova, quindi suscettibile di modifiche, integrazioni, soppressioni che descrive l’organigramma della struttura: intanto precisiamo che (art. 1, §2) “Il Dicastero promuove lo sviluppo umano integrale alla luce del Vangelo e nel solco della dottrina sociale della Chiesa. A tal fine, esso intrattiene relazioni con le Conferenze Episcopali, offrendo la sua collaborazione affinché siano promossi i valori concernenti la giustizia, la pace, nonché la cura del creato”. Ma la novità arriva dal §4: Una Sezione del Dicastero si occupa specificamente di quanto concerne i profughi e migranti. Questa sezione è posta ad tempus (per un certo periodo, finché il Papa non vorrà disporre altrimenti) sotto la guida del Sommo Pontefice che la esercita nei modi che ritiene opportuni.
È la prima volta che un Papa torna ad occuparsi direttamente di un dicastero vaticano: è rimasto famoso l’esempio di Pio XII che tenne saldamente le redini della Segreteria di Stato da solo dopo la morte del cardinal Luigi Maglione, avvenuta nel 1944. “Non voglio collaboratori, ma esecutori” è la frase che gli viene attribuita. E lui, che era un uomo molto capace, resse da solo la Segreteria per quasi 15 anni.
LE ATTIVITA’ DEL DICASTERO
Ecco in breve le attività del Dicastero (art. 3): approfondimento della Dottrina sociale della Chiesa (§1), raccoglie notizie e informazioni su giustizia e pace, progresso dei popoli, promozione e la tutela della dignità e dei diritti umani, specialmente, ad esempio, quelli attinenti il lavoro, incluso quello minorile, il fenomeno delle migrazioni e lo sfruttamento dei migranti, il commercio di vite umane, la riduzione in schiavitù, la carcerazione, la tortura e la pena di morte, il disarmo o la questione degli armamenti nonché i conflitti armati e le loro conseguenze sulla popolazione civile e sull’ambiente naturale (diritto umanitario). Vigila perché le Diocesi assistano profughi, poveri, malati (§3), favorisce e coordina le iniziative delle istituzioni cattoliche che lavorano per il rispetto della dignità della persona (§4), dando aiuto agli indigenti e coordinando le realtà cattoliche che intervengono nelle necessità dei poveri e calamità.
QUESTIONE DI POTERE
Chiunque sarà chiamato alla guida del Dicastero avrà un potere reale di controllo. Perché è vero che il Dicastero lavorerà (art. 4) con la Segreteria di Stato, specie quando dal Dicastero dovranno uscire dichiarazioni pubbliche su questioni sulle relazioni coi Governi civili ed altri soggetti di diritto internazionale pubblico (§2), ma sarà competente anche verso Caritas Internationalis (§6) e all’articolo 5 viene dato un potere di controllo non da poco: “Il Dicastero assume anche le competenze della Santa Sede circa l’erezione e la vigilanza di associazioni internazionali di carità e dei fondi istituiti agli stessi fini, secondo quanto stabilito nei rispettivi Statuti e nel contesto generale della legislazione vigente”. Un potere di controllo delegato, ma che mantiene le mani di Roma ancora su questo settore.
Papa Francesco va avanti per accorpamenti, per adesso questi sono i primi effetti della sua “riforma” della Curia. Abbiamo già visto il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, che entra in funzione il 1° settembre.