Una luce di fine estate su una vertenza contrattuale da più di otto mesi su cui pesava l’ombra di un “muro contro muro” tra le parti interessate.
LO SPIRAGLIO NELLA TRATTATIVA
Pare che si è aperto uno spiraglio sulla trattativa per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici bloccato ormai da mesi sul nodo del salario. Il consiglio generale di Federmeccanica, infatti, secondo quello che rende noto l’agenzia di stampa Adnkronos, ha dato, al termine di una lunga e combattuta riunione ieri sera, il disco verde alla possibilità di mettere sul tavolo del negoziato con Fim, Fiom e Uilm una proposta nuova, “coerente” con la filosofia di un rinnovamento contrattuale ma “migliorativa” rispetto a quella del 22 dicembre scorso su cui il negoziato non era mai decollato per l’opposizione dei sindacati. Obiettivo: stringere sui rinnovo del contratto. I dettagli della proposta saranno messi a fuoco nei prossimi giorni e a breve potrebbe arrivare la convocazione ad un nuovo incontro di ‘vertice’ tra gli industriali meccanici e i segretari generali dei metalmeccanici da svolgersi entro la fine del mese.
IL RINNOVAMENTO CONTRATTUALE DI FEDERMECCANICA
I segnali di una ripresa di contatto d’altra parte erano già nell’aria nei giorni scorsi. Lunedì un incontro informale tra industriali e sindacati aveva cercato di fare il punto sulla distanza reale tra le parti. Il nodo da sciogliere è e resta quello del salario i cui incrementi, per Federmeccanica, avrebbero dovuto essere legati esclusivamente alla produttività lasciando la possibilità di un recupero dell’inflazione nel contratto nazionale solo per le buste paga al di sotto del minimo di garanzia. Una platea che calcolata in questo modo non avrebbe raggiunto che il 5% dei lavoratori del settore. Un “rinnovamento contrattuale”, come era stato definito da Federmeccanica contro cui, unitariamente, si erano sempre schierati Fim Fiom e Uilm.
PALOMBELLA E IL NEGOZIATO CHE VA RIAPERTO
“Occorre riaprire il negoziato e Federmeccanica deve farlo tenendo conto delle proposte avanzate da tempo dal sindacato”. E’ il messaggio che Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, ha inviato agli imprenditori metalmeccanici attraverso un articolo pubblicato su “Fabbrica Società”, il giornale delle “tute blu” della Uil. “Occorre determinare – spiega Palombella – le condizioni affinchè il negoziato tra noi e Federmeccanica-Assistal possa riprendere in modo utile, costruttivo e soddisfacente per ambo le parti. Dobbiamo fare in modo che sia rispettato il modello classico di rinnovo contrattuale e far sì che sia possibile allo stesso tempo aprire a innovazione, decentramento, sviluppo della produttività, accrescimento del salario. Questo significa assicurare una quantità economica, attraverso il primo livello, a tutta la platea dei lavoratori metalmeccanici interessati dal rinnovo e, poi, favorire per davvero la contrattazione di secondo livello, sia essa aziendale, o territoriale. Il primo livello, in un modo o in un altro, deve continuare a compensare la perdita registrata del potere d’acquisto delle retribuzioni, mentre il secondo livello deve essere determinante per la redistribuzione della produttività. Due livelli, quindi, con funzioni specifiche soprattutto dal punto di vista economico e normativo:questo è lo snodo che devono attraversare insieme la parte sindacale e quella imprenditoriale”
L’INVITO DELLA CAMUSSO
Solo due giorni fa Susanna Camusso aveva detto quel che pensava sul contratto dei metalmeccanici. “Due settimane di tempo per sbloccare la partita sul rinnovo dei contratti del metalmeccanici, oppure i sindacati sono pronti a valutare nuove iniziative di protesta”. Dal palco della festa Fiom di Torino la numero uno della Cgil, aveva fissato le tappe per quello che rischia di trasformarsi in un autunno “caldo”. Proprio questa la propensione della Camusso, subito ripresa dal quotidiano “La Stampa”: “Tra quindici giorni siamo pronti a valutare nuove mobilitazioni con Cisl e Uil”
I RILIEVI DI BENTIVOGLI
Anche Marco Bentivogli ha le idee chiare su come debba rinnovarsi il contratto: “Il Contratto Nazionale – ha scritto in un articolo pubblicato a fine agosto su “First on line”- riportato ad una funzione di garanzia, come chiediamo sulla difesa dall’inflazione (peraltro bassissima). non sequestrerà nessuna risorsa alla Contrattazione decentrata. La vera innovazione è superare i ‘ma anche’ che ci ha imposto il cerchiobottismo tra il sindacalismo ideologico e la vecchia cultura aziendalista dagli anni’90. Proprio dentro un nuovo Contratto Nazionale può costruirsi la spinta a diffondere contrattazione aziendale e territoriale. Occorre definire con nettezza i ruoli e la non sovrapponibiiltà dei due livelli per quanto riguarda le materie e la natura del salario proprio di ogni livello. Siamo consapevoli che, fermo restando l’obbiettivo della piena tutela del potere d’acquisto, attraverso l’incremento dei minimi salariali per tutti i lavoratori, occorre maggiormente valorizzare tutta la gamma degli strumenti di salvaguardia del reddito disponibile, quali il welfare, e puntare decisamente all’incremento del salario reale attraverso la contrattazione e redistribuzione a livello decentrato della ricchezza che si produce.