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Ue sì, Ue no. Cameron (mezzo) avvisato da Obama

Cameron al bivio. Londra deve adottare una posizione realista, basata sull’interesse nazionale, sulla sua adesione all’Unione europea (Ue) e tenere un referendum. E’ quanto scrive in un editoriale il Financial Times, all’indomani del monito lanciato da Washington a Londra sui rischi di un’eventuale uscita dall’Unione.

“Questo giornale ha sempre sostenuto l’adesione del Regno Unito all’Ue e continua a credere che sia centrale per l’interesse nazionale”, si legge nell’editoriale. Tuttavia, “le riforme che l’Ue sta valutando per rafforzare il progetto della moneta unica, quali l’unione bancaria e un bilancio separato per l’eurozona, lo cambieranno profondamente e radicalmente. Questo porterà alla nascita di un nuovo nocciolo dell’eurozona, più strettamente integrato, a cui il Regno Unito potrebbe non voler mai aderire, che alla fine potrebbe risultare dominante su settori dell’Ue ritenuti importanti dal Regno Unito, come quella del mercato unito”.

A fronte di tali prospettive, il premier britannico David Cameron dovrebbe quindi “adottare una posizione realista, basata sugli interessi nazionali”, e assumere un ruolo di “guida” nell’Ue, “come fece Margaret Thatcher sul mercato unico e l’allargamento”. Londra dovrebbe quindi porsi alla testa delle forze pro-business, indebolite dalla crisi del debito, sostenere la Commissione europea come “arbitro indispensabile a sostegno delle regole del mercato unico”, e impegnarsi a favore di politiche commerciali.

“L’interesse nazionale potrebbe anche imporre a Cameron, o a un futuro governo, di definire il rapporto tra il Regno Unito e un nuovo blocco guidato da Germania e Francia. Questo dovrebbe essere quindi sottoposto a referendum, sulla base di ‘dentro o fuori’ – conclude il Ft – ma fino a quando non si conosceranno i termini del nuovo accordo dell’eurozona, Cameron dovrebbe chiarire i principi di base a rischio e tenere i nervi saldi”.

L’amministrazione Obama ha avvertito la Gran Bretagna del rischio di danneggiare le sue relazioni con Washington nel caso di uscita dall’Unione europea. Come riporta il quotidiano britannico The Times, Philip Gordon, sottosegretario di Stato per l’Europa e l’Eurasia, in visita a Londra, ha detto che l’Unione europea ha “incrementato il suo peso” nel mondo e Londra a suo giudizio dovrebbe mantenere la sua influenza a Bruxelles.

Gordon ha ribadito l’importanza delle relazioni tra Gran Bretagna e Stati Uniti ma ha anche detto che l’Ue è un partner sempre più indispensabile per Washington per la crescita economica e la minaccia nucleare iraniana.

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