Al ministro Pier Carlo Padoan è bastato un semplice tweet per comunicare che “dopo Sendai 2016, nel 2017 il G7 Finanze si terrà a Bari. Un’opportunità unica per discutere di crescita, occupazione e diseguaglianza”. Poche parole per risolvere una questione divenuta assai spinosa sia per il ministero dell’Economia (quindi pure per il Governo) che per lo stesso Pd. Se infatti nel capoluogo pugliese c’è un sindaco renziano come Antonio Decaro (nella foto con Matteo Renzi) che può gioire perché è stata scelta la sua città per accogliere i circa 500 tra rappresentanti di potenze mondiali, banche centrali, Ocse e Fmi, a Caserta c’è invece un altro sindaco renziano come Carlo Marino costretto a fare i conti con la cocente delusione di chi fino a qualche settimana fa era sicuro di aver incassato l’assegnazione della manifestazione in programma dall’11 al 13 maggio 2017. Marino era talmente convinto che i delegati del Ministero avessero optato per Caserta, puntando soprattutto su due siti patrimonio Unesco come la Reggia e Belvedere di San Leucio, che a inizio settembre si era lasciato andare a dichiarazioni entusiastiche in cui dipingeva la sua città come “capitale mondiale dell’economia”.
A rincarare la dose ci aveva, poi, pensato il governatore campano Vincenzo De Luca, intervenuto per dare manforte al primo cittadino e mettere anche la propria bandierina su quello che si credeva fosse un successo dell’intero sistema regionale: “Una notizia di straordinaria importanza per il nostro territorio. Siamo di fronte all’evento di carattere internazionale più importante per Caserta dal dopoguerra ad oggi” aveva detto De Luca.
Il trionfalismo affrettato dell’inquilino di Palazzo Santa Lucia non aveva fatto i conti con le criticità riscontrate dai tecnici del Ministero incaricati di organizzare il G7 economico. Dalle carenze logistiche a livello di ospitalità ai problemi di degrado che interessano la Terra del Lavoro (in particolare l’alto tasso di prostituzione, lavavetri e venditori abusivi nelle vie principali del capoluogo), fino ai sistemi di sicurezza all’interno della Reggia ancora non perfezionati nonostante il cambio di passo impresso dal direttore Mauro Felicori, in carica da circa un anno (basti pensare che solo negli ultimi giorni sono state sfrattate le famiglie di ex custodi che abitavano abusivamente all’interno di quel gioiello mentre non è ancora stato installato il sistema di videosorveglianza); tutti elementi che hanno fatto propendere per trasferire la location a Bari, confermando la scelta sul Mezzogiorno italiano.
Il tweet di Padoan non è comunque arrivato come un fulmine a ciel sereno su Caserta. Già nelle ultime settimane si era iniziato a capire che i problemi riscontrati parevano fin troppo grandi per essere superati in tempo, mentre a Bari zitti zitti ospitavano il personale ministeriale in cerca di una rapida soluzione alternativa. Quando poi la notizia è stata resa pubblica, il primo cittadino casertano Marino ha aperto il fuoco parlando di “scippo” ai danni della sua città , di “baratto politico” e di “operazione elettorale”.
Dal canto suo, De Luca ha subito scaricato il sindaco Marino: “È chiaro che un evento come il G7 dell’economia”, ha dichiarato, “richiede una serie di caratteristiche territoriali, ma questo rientra nelle responsabilità del governo che verifica le strutture convegnistiche e di ospitalità. Un evento internazionale deve essere ospitato al meglio”. E Caserta, secondo le valutazioni fatte in via XX Settembre a Roma, non è ancora in grado di garantire certi standard. Chi se la ride sotto i baffi è Decaro, sempre più sulla cresta dell’onda dato che potrebbe essere lui il prossimo presidente Anci.
(Pubblicato su Italia Oggi, quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi)