Sondaggio dopo sondaggio, si conferma che il primo dibattito in diretta televisiva ha avvantaggiato Hillary Clinton e ha danneggiato Donald Trump: la candidata democratica allunga un po’ in testa, dopo che il rivale repubblicano aveva ridotto il suo distacco nelle ultime settimane. Un rilevamento della Fox, fatto dopo il confronto televisivo di lunedì scorso, dà a Hillary un margine di tre punti, 43 per cento a 40 per cento, mentre nel rilevamento precedente era avanti di un solo punto.
Per Trump, le grane, negli ultimi giorni, si vanno accumulando: c’è la “Castro connection” sollevata da Newsweek per tentati affari con Cuba negli Anni Ottanta, in pieno embargo; e c’è la polemica, che va avanti e addirittura s’intensifica, con un’ex Miss Universo, Alicia Machado, che lui chiama spregiativamente “Miss Piggy”, Miss Porcellino, perché è ingrassata, o “Miss Camerierina”, perché è ispanica, e che è divenuta una testimonial di Hillary.
E spunta pure un’inchiesta sulla Trump Foundation. L’unica buona notizia, in questo panorama, è che aveva ragione lui, denunciando il cattivo funzionamento del microfono del primo dibattito: era effettivamente difettoso.
FONDAZIONE SENZA CERTIFICATI
La Trump Foundation non ha mai ottenuto i certificati necessari nello Stato di New York per raccogliere fondi da donatori esterni. Lo rivela il Washington Post. Secondo le leggi statali, qualsiasi ente di beneficenza che chieda soldi al pubblico, per più di 25 mila dollari l’anno, deve avere fatto prima una registrazione speciale. E le grandi organizzazioni, come quella del magnate, devono sottostare a una verifica annuale rigorosa.
Ora, se il procuratore generale Eric Schneiderman proverà che la Trump Foundation ha ottenuto denaro in violazione della legge potrebbe ordinare il blocco immediato della raccolta fondi e imporre la restituzione di quanto incassato. La Fondazione ha un sito dove chiede al pubblico d’effettuare donazioni che s’impegna a girare ai veterani e afferma di avere già raccolto a tal fine 1,67 milioni di dollari. Inoltre, secondo il Wp, l’organizzazione ha avuto oltre 2,3 milioni da aziende che dovevano soldi a Trump e i cui debiti le sono stati devoluti.
AMICIZIE A RISCHIO
La corsa alla Casa Bianca, e la battaglia che ne consegue tra Hillary e Donald, intacca negli Stati Uniti rapporti interpersonali e rovina amicizie. Un sondaggio della Monmouth University indica che il 7 per cento degli intervistati ha perso almeno un amico a causa delle presidenziali.
I sostenitori della Clinton sono più sensibili, con il 9 per cento cui la campagna è costata almeno un amico, rispetto al 6 per cento di quelli di Trump. Inoltre, per sette intervistati su dieci la competizione elettorale sta tirando fuori il peggio dell’America e per il 65 per cento il linguaggio utilizzato è inappropriato.
IL MICROFONO ERA ROTTO
Sul microfono, Trump aveva ragione: era difettoso e funzionava male, durante il dibattito televisivo di lunedì scorso alla Hofstra University. La commissione bipartisan responsabile dell’organizzazione del dibattito lo ha ammesso, riconoscendo che “durante il dibattito ci sono stati problemi con l’audio di Trump con conseguenze sul volume nella sala”, sebbene ciò non sia stato percepito nella trasmissione televisiva. Il magnate, la mattina dopo, se n’era lamentato, mentre la Clinton aveva osservato che quando uno si lamenta del microfono “non ha passato una buona serata”.