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Call center, ecco la lezione del caso Almaviva

Prosegue la guerra ai voucher, nonostante che i dati statistici dimostrino che sono rispettati i parametri previsti per il lavoro occasionale. Anni or sono veniva condotta una guerra implacabile ai Call Center. Ora, dopo che molte di queste aziende di servizi sono espatriate ed altre si apprestano a farlo (quelle che sono rimaste – si veda la vertenza Almaviva del gruppo Tripi (Alberto Tripi nella foto) – non riescono a reggere la concorrenza tanto che si dichiarano costrette a licenziare), ci si rende conto che, anche nel caso dei posti di lavoro, “uno vale uno’’. E che la “cattiva occupazione’’ non esiste.

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Con la morte di Dario Fo (un grande artista nel suo genere) si chiude anche la controversia sulla sua giovanile appartenenza alla Repubblica Sociale italiana. Del resto era in buona compagnia con altri che poi furono anch’essi “redenti’’.

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Per trovare considerazioni tanto dure e ostili come quelle che Massimo D’Alema rivolge a Matteo Renzi occorre risalire a quanto Enrico Berlinguer diceva su Bettino Craxi (lo accusava di aver provocato una “mutazione genetica’’ del Psi). Il fatto è che D’Alema e Renzi sono iscritti allo stesso partito. Berlinguer e Craxi no.

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Ad osservare il parterre che assisteva all’iniziativa promossa da Massimo D’Alema e Gaetano Quagliariello si potrebbe sostenere, senza tema di smentita, che in platea stava seduta la “vecchia politica’’, quella che venne definita “sangue e merda’’; come è sempre stato da quando gli esseri umani sono usciti dalle caverne e hanno cominciato a vivere in comunità. Siamo sicuri che la “nuova politica’’ sia migliore?

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Alla “prova’’ delle risorse disponibili pare che si ridimensionino le promesse che il governo ha fatto ai sindacati in tema di pensioni. Le maggiori difficoltà si registrano nel garantire la c.d. Ape sociale (quella agevolata sul piano fiscale) ai lavoratori che svolgono mansioni disagiate ed usuranti. A parte ogni altra considerazione, se si allargasse il bonus anagrafico a intere categorie, il numero dei beneficiari diventerebbe troppo elevato con ricadute insostenibili a livello dei costi. Sorge però un problema. Nel verbale del 28 settembre scorso sta scritto a tal proposito che “la convergenza tra Governo e OO.SS. su questo punto resta ovviamente condizionata all’esito positivo di questo confronto’’.

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Il Consiglio regionale della Sardegna ha deciso di utilizzare il linguaggio di genere (sindaca, prefetta, questora, commissaria, assessora, ecc.). D’ora in poi occorrerà descrivere le cerimonie pubbliche così : ‘’La sindaca ha tagliato con un sol colpo di forbice la nastra inaugurale’’

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