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Come e perché il contratto dei metalmeccanici è in dirittura d’arrivo

Foto: Antonello Di Mario

L’editoriale di “Fabbrica Società”, il giornale della Uilm che sarà on line martedì 25 ottobre

Il tempo stringe. Subito dopo che la IX Conferenza d’organizzazione della Uil avrà terminato i lavori, l’attenzione degli addetti ai lavori sindacali volgerà, ancora una volta, al contratto dei metalmeccanici.

LA CONFERENZA D’ORGANIZZAZIONE DELLA UIL 

L’assise della Confederazione suddetta si svolgerà a Roma dal 3 al 5 novembre, incentrando i propri lavori sul tema del “Lavoro, una passione che non passa”.

Nei giorni immediatamente successivi si intensificheranno gli incontri informali ed ufficiali tra le delegazioni imprenditoriali e quelle sindacali per riuscire a far imboccare definitivamente la dirittura d’arrivo al rinnovo del Ccnl metalmeccanico, scaduto da quasi un anno.

Si tratta di due scadenze attese da chi fa sindacato e da chi lavora nell’industria.

IL SISTEMA A RETE 

La precedente Conferenza d’Organizzazione della Uil, tenuta a Bellaria dal primo al 3 ottobre del 2012, decise in particolar modo il passaggio dalla consueta articolazione organizzativa ad un cosiddetto “sistema a rete”. Dal 19 al 21 novembre 2014 si svolse a Roma il XVI Congresso della Uil che vide il passaggio di testimone alla guida dell’organizzazione in questione da Luigi Angeletti a Carmelo Barbagallo. La Conferenza, in programma nei prossimi giorni di novembre, rappresenterà con vigore il ruolo del sindacato, determinante per un Paese che può crescere quando valorizza il lavoro.

LA LEGGE DI BILANCIO 

La Legge di Bilancio approvata dal Consiglio dei Ministri di metà ottobre prevede, tra le diverse misure adottate, circa venti miliardi di euro in tre anni a favore del settore delle imprese, con l’obiettivo di rilanciare investimenti privati e pubblici in infrastrutture materiali ed immateriali. Le determinazioni a favore dei lavoratori consistono principalmente nel raddoppio dello sgravio fiscale sui premi di produttività ed in interventi a favore del welfare aziendale tendenti a far crescere il potere d’acquisto delle famiglie.

Si tratta di condizioni che possono far da cornice anche ad un positivo epilogo della vicenda contrattuale dei metalmeccanici.

CERNO E L’INDUSTRIA SPARITA 

“L’industria che è sparita negli anni  – scrive Tommaso Cerno, direttore de L’Espressocome un mucchio di sabbia soffiato dal vento. Ha perduto addetti, posti di lavoro, ma soprattutto ha perduto centralità nelle politiche del Paese. E non soltanto l’industria ‘pesante’, quella delle tute blu e dei colletti bianchi, delle famiglie aggrappate alla sirena che scandiva il tempo, il salario, il futuro. No anche l’industria dei tempi moderni, l’azienda a misura d’uomo,costruita sui diritti e sui doveri, come una micro democrazia racchiusa in edifici lindi e messi a norma, dentro cui l’Italia sudava, ma progrediva”.

Sì, è vero; il grande secolo manifatturiero è alle nostre spalle. Ma non tutto è perduto!

BERTA E LA PARTITA DA GIOCARE 

“Le organizzazioni di rappresentanza degli interessi – suggerisce Giuseppe Berta nel suo ultimo saggio Che fine ha fatto il capitalismo italiano?, edito da “il Mulino”- devono giocare la partita a sostegno dei soggetti economici e sociali che hanno un futuro davanti”.

IL RICONOSCIMENTO DEL RUOLO 

Quindi, imprenditori e sindacati metalmeccanici stanno cercando, in tempi ravvicinati e consapevoli della prospettiva, di tagliare insieme la linea dell’agognato traguardo contrattuale.

Riuscendoci, andrebbero a valorizzare, in una fase di vero e proprio passaggio epocale, il ruolo attivo e la responsabilità concreta di una parte rilevante del mondo del lavoro che merita riconoscimento.


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