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ExoMars e Schiaparelli, cosa è successo alla sonda italiana su Marte

Forse un problema ai retrorazzi, non entrati in funzione per un tempo sufficiente a rallentare quanto necessario la discesa verso il suolo marziano, potrebbe aver fatto precipitare il lander italiano dell’Esa Schiaparelli su Marte. Per l’Esa e Thales Alenia space, l’azienda che ha costruito le sonde, è ancora tutto da verificare, ma i contatti con la sonda sono stati persi. “Dobbiamo capire che cosa sia accaduto – ha dichiarato Paolo Ferri, direttore delle operazioni di volo delle missioni dell’Agenzia Spaziale Europea – per imparare”.

LA MISSIONE EXOMARS

“Per la quantità e qualità di dati che stiamo ricevendo ExoMars è una missione riuscita. L’Europa ha un suo satellite nell’orbita di Marte”. Ha affermato il presidente dell’Agenzia spaziale italiana Roberto Battiston, secondo cui anche se la sonda Schiaparelli al momento non dà segnali di risposta, la missione su Marte è più che riuscita. “Il Trace Gas Orbiter è perfettamente in orbita e operativo – ha spiegato Battiston -, e quindi in grado di monitorare e trasmetterci i dati sulla composizione dell’atmosfera marziana; il lander Schiaparelli, che era un test, a quanto sembra ha eseguito tutte le manovre previste fino a pochi secondi dal contatto con il suolo, come l’apertura del paracadute, lo sganciamento dello scudo termico e l’accensione dei razzi di frenata – prosegue Battiston -. Ci mancano i dati sugli ultimi secondi sui quali i tecnici stanno lavorando. Complessivamente siamo incoraggiati a proseguire il lavoro per ExoMars 2020, uno degli argomenti fondamentali della ministeriale”.

COOPERAZIONE E RUOLO ITALIANO

Il programma ExoMars è frutto di una cooperazione internazionale tra l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e l’Agenzia Spaziale Russa (Roscosmos), sostenuto anche dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). L’ASI, infatti, è il principale contributore con 350 milioni di euro, pari al 32% del valore complessivo della missione, di 1,3 miliardi. In prima fila anche l’industria italiana, con Leonardo Finmeccanica e Thales Alenia Space, che ha integrato entrambi i veicoli nei suoi stabilimenti di Torino. “Siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto – ha dichiarato Mauro Moretti, ad di Leonardo-Finmeccanica – anche perché abbiamo battuto nell’altissima tecnologia i grandi americani e i russi, quel piccolo drill, la trivella che analizza direttamente su Marte le forme di vita e le trasmette qua già elaborate rappresenta un gioiello di grandissimo interesse”. Sempre a Torino la Telespazio (Leonardo Finmeccanica-Thales) ha contribuito al centro di controllo del lander Schiaparelli, gestito dall’Altec, la società nata dalla collaborazione fra Thales Alenia Space e Asi. Importante anche il contributo scientifico dell’Italia, con Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), università di Padova e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).

COSA POTREBBE ESSERE SUCCESSO ALLA SONDA SCHIAPARELLI

Schiaparelli, dopo essersi distaccato dalla sonda euro-russa ExoMars, sarebbe dovuto “ammartare” nella serata del 19 ottobre 2016. Il segnale, però, è stato perso un minuto prima del contatto con il suolo. “È stato confermato – scrive l’Esa in una nota – che i propulsori sono stati attivati brevemente, tuttavia sembra probabile che si siano spenti prima del previsto, ad un’altitudine che deve ancora essere determinata”. I dati sono stati parzialmente analizzati e confermano che le fasi di entrata e discesa si sono svolte come previsto, con alcuni eventi divergenti da quanto previsto dopo l’espulsione dello schermo termico posteriore e del paracadute.

LE FASI PORTATE A TERMINE

L’espulsione stessa sembra essere avvenuta prima del previsto, ma l’analisi non è ancora completa. I dati essenziali che Schiaparelli ha inviato alla sonda madre Tgo (Trace Gas Orbiter) durante la discesa sono stati scaricati e attualmente gli esperti li stanno analizzando. Le prime indicazioni dai segnali catturati dal Giant metrewave radio telescope (Gmrt), uno schieramento sperimentale di telescopi situato a Pune, in India, e dall’orbita, da Mars express dell’Esa, suggeriscono che il modulo abbia completato con successo la maggior parte delle fasi previste nella sua discesa di 6 minuti attraverso l’atmosfera marziana. Queste includevano, per esempio, decelerazione attraverso l’atmosfera, e apertura del paracadute e dello scudo termico.

ANALISI ANCORA IN CORSO

Ma i segnali registrati dalla stazione di Pune e da Mars Express si sono arrestati subito prima che il modulo toccasse la superficie come previsto. Discrepanze tra i due set di dati sono all’analisi degli esperti al Centro Operazioni Spaziali dell’Esa a Darmstadt, Germania. La telemetria dettagliata registrata dal Trace Gas Orbiter era necessaria per meglio comprendere la situazione. Allo stesso tempo in cui Schiaparelli affrontava la discesa, il modulo orbitante effettuava una manovra cruciale di inserimento in orbita – “Mars Orbit Insertion” – completata con successo.



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