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Cosa è successo alla conferenza organizzativa della Uil

Nel giorno in cui si concludeva la nona Conferenza d’organizzazione della Uil a Roma, iniziava a Firenze la “due giorni” della Leopolda, la kermesse renziana. Carmelo Barbagallo, leader della confederazione sindacale di via Lucullo, che ha concluso i lavori muovendosi su quello che definito più volte un “ring” (al centro della sala convegni del Marriott Park Hotel), ne ha approfittato per inviare un originale saluto al segretario del Partito democratico e presidente del Consiglio.

BARBAGALLO INVITA A STARE TRA LA GENTE 

“Renzi è una persona intelligente, così intelligente da capire di dover cambiare verso lui. Ci possiamo fidare? Fino a che non finisce l’incontro e c’è un risultato non dobbiamo fidarci di nessuno. Se poi si dice che siamo amici di Matteo Renzi, dico che è sbagliato anche questo”. E a chi aveva equiparato la “convention” sindacale nella capitale alla manifestazione in corso a Firenze ha risposto: “Dal palco della Leopolda si parla alle persone di fronte, mentre noi siamo su un ‘ring’, in mezzo alle persone, ed è bello rimanerci”.

IL RAPPORTO CON CISL E CGIL

E’ bene ricordare che proprio nella prima giornata di lavori della conferenza sindacale, lo scorso 3 novembre, Barbagallo si era confrontato con le due omologhe “consorelle” (come le ha chiamate ieri, ndr) Annamaria Furlan e Susanna Camusso. Da una parte, il segretario generale della Uil, rispetto ad un possibile sciopero dei lavoratori del pubblico impiego e di tutti quelli in attesa del rinnovo contrattuale, aveva proposto “una tregua” a fronte dell’emergenza del terremoto. Appello al quale avevano prontamente replicato le segretarie generali della Cisl e della Cgil: Furlan favorevole alla proposta: a suo giudizio la sospensione della manifestazione dei dipendenti pubblici, prevista per il 12 novembre, rappresenta un atto di responsabilità. Camusso, invece, contraria, perchè convinta che “un’emergenza non ne cancella un’altra”. Ieri, Barbagallo è ritornato sulla questione, ribadendo che il sindacato deve ritrovare pienamente l’unità, ma anche il suo ruolo di autorità salariale. Rivolgendosi a Rocco Palombella, che era intervenuto poco prima di lui, si è augurato il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, perché possa determinarsi l’effetto-trascinamento verso un epilogo positivo degli altri ventiquattro contratti privati ancora da rinnovarsi. Ma il leader della Uil ha precisato, se esistono condizioni e risorse certe, di aver dato mandato alla Uil (Antonio Foccillo è il segretario confederale che se ne occupa, ndr) di firmare anche da sola il contratto dei dipendenti pubblici. Dalle parole di Barbagallo si è intuito che anche la Cisl ci starebbe, mentre la Cgil frena. Il ragionamento che pone il segretario Uil risponde al seguente schema: Camusso più che una mobilitazione per fare i contratti, ne vuole una che si opponga alla Legge di bilancio. Ma lì dentro ci sono i 7 miliardi di euro concordati per la previdenza, insieme alle risorse per gli ammortizzatori sociali e per gli esodati. Insomma, tutti soldi da portare a casa. La mobilitazione, per la Uil, sarebbe utile solo in caso le cose andassero in senso diverso a quanto pattuito col governo.

SGAMBATI E LA METAFORA DELLE “SCARPE SPORCHE”

Scrivevamo del contratto dei metalmeccanici. Ieri hanno preso la parola due esponenti di peso della categoria in questione della Uil: Giovanni Sgambati, segretario regionale delle “tute blu”campane ed il succitato Rocco Palombella, segretario generale della Uilm nazionale. Il primo ha ricordato l’accordo tra sindacato e Fiat a Pomigliano del 2010 che ha aperto la strada alle intese partecipative in tutte le realtà in Italia del gruppo guidato da Sergio Marchionne e che ha significato cospicui investimenti, crescita produttiva, innalzamento dei livelli occupazionali. “Se penso – ha detto Sgambati – che oggi il sito campano ‘G.B.Vico’ della Fca è il più grande di tutto il Gruppo fino ad una decina di anni fa lo davano per perso. Ora è un vero motivo d’orgoglio”. Poi, il sindacalista d’origine irpina ha rammentato i contratti dei metalmeccanici firmati nel 1969 e nel 1973 in cui i lavoratori hanno ottenuto conquiste rilevanti coi sistemi relativi ai diritti di informazione e all’inquadramento. “Per evitare di giocare in difesa – ha consigliato Sgambati – occorre guardare al futuro evitando di pensare di avere la verità in tasca; valorizzando il merito, la competenza, la conoscenza; sapere le cose e applicarle nella pratica quotidiana, ‘sporcandosi le scarpe nella stalla’ come invitava a fare quel fine intellettuale di Manlio Rossi Doria”.

PALOMBELLA E LA CONCRETA POSSIBILITÀ DI FARE IL CONTRATTO

Rocco Palombella, tarantino e podista per hobby, ha ricordato come ora tutti i sindacati unitariamente lavorino a realizzare il loro rinnovo contrattuale pur essendo partiti più di un anno fa con piattaforme rivendicative diverse. Ma la notizia del giorno è che il leader della Uilm ha assicurato che esistono serie probabilità che il contratto dei metalmeccanici si faccia entro il mese di novembre. La posizione sindacale nel confronto con Federmeccanica-Assistal è nota: “Puntiamo – ha sottolineato Palombella – dopo mesi di stallo e 20 ore di sciopero, al riconoscimento del 100 per cento dell’inflazione ‘ex post’ sui salari per tre anni, al riconoscimento del doppio livello contrattuale, quello centrale e quello decentrato; a mantenere gli scatti di anzianità; ad un pacchetto ‘welfare’ a carico delle aziende affinchè si possa anche estendere il fondo di sanità integrativa a lavoratori e familiari. Contiamo di riuscirci!”. Ricordando di aver iniziato a lavorare a diciotto anni all’Ilva di Taranto, Palombella ha ringraziato lavoratori e sindacalisti della città ionica per il 43 per cento dei consensi ottenuto dalla Uilm nello stabilimento siderurgico pugliese. Infine, un pensiero al “ring” su cui parlava, memore del suo amore per la corsa: “Ho imparato in giovane età -ha concluso- a lanciarmi col paracadute e nelle cose difficili della vita mi sono sempre ‘buttato’, riuscendo. Così deve essere per la Uil: ci vuole coraggio e progetto. In questo senso, lo spazio quadrato è già piccolo, perché abbiamo una strada da percorrere”.

IL PIÙ GIOVANE DELEGATO 

Chi ha colpito nel segno, tra tutti quelli che hanno preso la parola nei tre giorni di conferenza a Roma, è stato Annunziato La Rosa, 21 anni, della Feneal Uil, d’origine calabrese, il più giovane dei delegati in cui molti si sono immedesimati. Anche lo stesso Carmelo Barbagallo che lo ha elogiato pubblicamente: “Preparato, ha studiato ed ha le idee chiare. Migliore di me rispetto a quando avevo la sua età- ha detto di lui- per fortuna che è così giovane, se no ci sarebbe da preoccuparsi”.

L’ACCORPAMENTO DEI SERVIZI 

Dal punto di vista organizzativo per la Uil cosa cambierà a breve? Il sindacato accorperà i servizi al proprio interno senza perder tempo e questo processo non troverà ostacoli insormontabili. Si tratta di una scelta che trova il consenso dell’intera organizzazione sindacale e che guarda al sindacato a rete, basato su strutture regionali e sulla presenza sul territorio, anche attraverso l’azione consolidata del Patronato Ital, del Caf e dello stesso sistema dei servizi Uil.

LE GIUSTE PAROLE 

Se il motto della Conferenza d’organizzazione è stata “Lavoro, una passione che non passa”, la parola d’ordine, spesso udita, suonava pressappoco così: “Se non cambiamo noi, ci cambiano gli altri”. Con Carmelo Barbagallo che ammoniva, prima di recarsi in visita da Papa Francesco: “Dobbiamo usare le giuste parole per qualificare il lavoro che svolgiamo tra la gente”. Tradotto: non dobbiamo farci imporre l’agenda da altri, perché il sindacato è tuttora quella “Agorà”, più che un “ring”, dove è possibile il confronto d’idee e la nascita di incontenibili passioni.


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