Gli islamisti somali shebab hanno affermato che l’ostaggio francese nelle loro mani è ancora vivo, ma che lo processeranno “entro due giorni”, dopo il fallimento del blitz militare francese per liberarlo. Un’affermazione opposta a quella diffusa del ministero della Difesa francese, secondo il quale l’ostaggio, Denis Allex sarebbe, stato ucciso dai suoi carcerieri.
Gli shebab – con un comunicato inviato alla France Presse – affermano anche di aver catturato “un soldato francese ferito” nell’operazione e aggiungono che i commandi francesi autori del blitz hanno portato via “diversi” dei loro compagni uccisi o feriti negli scontri.
Nella nota del ministero della Difesa francese in cui si informava della morte dell’ostaggio nelle mani di gruppi islamisti dal luglio 2009, si aggiunge che nel blitz per liberarlo sono rimasti uccisi altri due soldati francesi e 17 guerriglieri islamici.
“Il commando della Dgse (Direction Generale de la Securite Exterieure) si è trovato all’improvviso di fronte a una forte resistenza”, sottolinea il ministero in un comunicato, e “nel corso dell’assalto hanno avuto luogo violenti combattimenti”. Due soldati francesi “hanno perso la vita” e “17 terroristi sono stati uccisi” nel corso dei combattimenti.
L’agente dei servizi francesi era stato rapito a Mogadiscio il 14 luglio 2009. Il 6 dicembre 2011 le autorità francesi avevano ricevuto una “prova” che l’ostaggio era in vita. In un video, diffuso su siti internet islamici, l’ostaggio implorava il presidente francese Francois Hollande di assicurare il suo rilascio accogliendo le richieste dei suoi sequestratori. Il video, di 4 minuti, aveva i sottotitoli in inglese.
“Ho registrato questo messaggio – dice Allex in lingua francese – che rivolgo personalemnte a voi (Francois Hollande) nel mese di luglio 2012, tre anni dopo il mio rapimento, 3 anni lontano dalla mia famiglia, da mia moglie e dai miei figli; tre anni di solitudine”, si legge nella sottotitolazione inglese.