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Ecco quanto gli elettori di Lega, Forza Italia e M5S festeggiano Trump. Report Swg

Con Donald Trump negli Stati Uniti ha vinto la voglia di cambiare e hanno perso i politici, l’establishment e chi ha tentato di demonizzarlo. E’ il giudizio espresso dagli italiani che in maggioranza, soprattutto se elettori del Partito Democratico, non sono d’accordo con l’esito delle recenti elezioni presidenziali americani e si dicono addirittura “spaventati”. L’istituto SWG ha realizzato tra il 9 e il 10 novembre scorsi un’indagine su un campione di 1.000 soggetti maggiorenni residenti nel nostro Paese da cui emerge un altro dato: il tycoon settantenne è sì un “impresentabile” ma gli americani lo hanno votato perché non appartiene alla casta politica.

ELETTORI DI CENTRODESTRA SODDISFATTI 

Sono molto o abbastanza soddisfatti per la vittoria dell’imprenditore newyorchese solo il 26 per cento degli intervistati, emerge dal sondaggio Swg. In particolare Trump riscuote consensi fra gli elettori di centrodestra (il 60 per cento di chi vota Lega Nord e il 57 per cento di chi vota Forza Italia) mentre tra gli elettori Pd prevale poco (32 per cento) o per niente (62 per cento). Sostanziale parità fra i supporter del Movimento Cinque Stelle: il neopresidente ottiene il placet dal 43 per cento.

INDECISI ED ELETTORI PD SPAVENTATI 

Alla domanda se si sentano spaventati dall’arrivo alla Casa Bianca di Trump gli italiani si dividono a metà: lo è molto o abbastanza il 48 per cento del campione a fronte di un 43 per cento che lo è poco o per niente. Il timore è diffuso soprattutto tra gli elettori democrat (65 per cento) mentre fra quelli della Lega Nord o di Forza Italia si scende rispettivamente al 12 e al 37 per cento. Ancora una volta si registra un pareggio fra i sostenitori del M5S (spaventati il 44 per cento, non spaventati il 56 per cento).

LA DEMONIZZAZIONE HA FAVORITO TRUMP

Gli intervistati non hanno dubbi che a influenzare l’affermazione del tycoon sia stata la sua demonizzazione ad opera della rivale Hillary Clinton, dei media americani e anche del presidente uscente Barack Obama: per il 65 per cento questo fattore ha influito molto o abbastanza, per il 35 per cento poco o per niente. Inoltre, il 62 per cento ritiene che Trump abbia saputo rinvigorire il sogno americano di essere grandi così come recita il suo slogan: “Make America great again”.

SCONFITTI POLITICI, ELITE E PORTE APERTE

Su chi siano gli sconfitti di questa competizione gli italiani non hanno dubbi, secondo la rilevazione di Swg: il mancato rinnovamento in politica (30 per cento) e chi vuole aprire le porte agli immigrati (30 per cento). Molti puntano il dito contro i politici (22 per cento), le élite (21 per cento) e la finanza (12 per cento). Spazio anche per il liberismo (10 per cento) e per i benpensanti (10 per cento).

VINCITORI LA VOGLIA DI CAMBIARE E LA VOGLIA DI OPINIONI NETTE  

Idee chiare anche su chi siano i vincitori: la voglia di soluzioni chiare e nette, anche se forti, per il 29 per cento; il desiderio di cambiare per il 29 per cento e quello di difendersi dai danni della globalizzazione per il 24 per cento. Con Trump secondo gli intervistati hanno prevalso anche la scelta di mettere al primo posto la difesa della gente (23 per cento) e la gente più povera (8 per cento).

I MOTIVI DELLA VITTORIA DI TRUMP

Diverse le ragioni che sono dietro l’affermazione del candidato repubblicano: gli americani, anche i democratici, non amano il clan Clinton (22 per cento); si è deciso di andare contro l’establishment (20 per cento); tutti i più forti esponenti del suo partito, lasciandolo solo, ne hanno rafforzato l’immagine di essere diverso dagli altri (19 per cento). Secondo alcuni la sua vittoria si spiega con il fatto che egli è un uomo di rottura (14 per cento) e che si è scontrato con una donna (14 per cento).

TRUMP E’ IMPRESENTABILE MA NON E’ PARTE DELLA CASTA

Sulla stessa scia la risposta alla domanda perché gli americani abbiano votato per un candidato ritenuto impresentabile. Trump è un personaggio nuovo che non appartiene alla casta dei politici per il 28 per cento degli intervistati e che parla chiaro (e non in “politichese”) per il 20 per cento. Al tycoon viene però assegnato un altro volano per la vittoria ovvero il fatto di avere donne e denaro che portano la gente a volerlo imitare (17 per cento). Torna poi il tema dell’immigrazione con le sue parole chiare contro il fenomeno (17 per cento). A contribuire all’elezione anche l’entusiasmo manifestato nel corso di tutta la campagna presidenziale (6 per cento).


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