Quando il presidente del Comitato del No ha minacciato di impugnare i risultati del referendum se vincessero i Sì grazie al supporto degli italiani all’estero, mi sono detto: “Questi mettono le mani avanti perché temono di perdere’’. A dire il vero non mi era sembrata una mossa elegante. Poi, ieri sera, in un servizio di Striscia la notizia (non sarebbe la prima volta che questo contro-telegiornale ci azzecca) sono apparse interviste di nostri concittadini residenti in diversi Paesi esteri, europei e non, che hanno dimostrato – carte alla mano – che, a causa delle stesse modalità organizzative, non sono affatto garantite che il voto sia segreto e che sia dato di persona. Un signore ha addirittura mostrato di avere a disposizione ben nove schede elettorali consegnategli da amici che non hanno interesse a partecipare alla consultazione. Quindi il problema c’è. Ma non sarà facile venirne a capo.
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Quanti passano il loro tempo a criticare Angela Merkel accusandola di aver sfasciato gli assetti economici e sociali europei, con la smania dell’austerità, dovrebbero avere l’onestà di chiedersi come sia possibile che l’economia tedesca abbia performance eccellenti e marci decisamente verso la piena occupazione. E che nel 2015 si sia caricata sulle spalle circa un milione di migranti. Come se non bastasse Barack Obama è venuto apposta a Berlino per lasciarle in consegna la leadership del mondo libero. Poi, se ci guardiamo attorno, i Paesi dell’Eurozona hanno ripreso a crescere. Persino la Grecia. Non sarà, allora, colpa nostra se soffriamo di stitichezza economica e produttiva?
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Negli anni ’30 del secolo scorso chi era in grado di farlo scappava a gambe levate dalla Germania. Nei prossimi anni quel Paese ospiterà gli esuli in fuga dalle dittature populiste. Italia compresa?
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La spasmodica attenzione riservata al referendum sta celando in un cono d’ombra l’esame del disegno di legge di bilancio. Eppure, soprattutto in materia di pensioni, stanno avvenendo cose turche.
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Un argomento che va per la maggiore a favore del Sì nel referendum è la preoccupazione della Ue e dei mercati per il venir meno della stabilità se il Governo dovesse essere sconfitto. Ma, nel 2011, Silvio Berlusconi non venne “dismesso’’ proprio in nome della stabilità?
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I vertici di Madiaset voteranno Sì per evitare ritorsioni sull’azienda. Non è il solito processo alle intenzioni o un’indiscrezione del “retroscenista’’ di un quotidiano. Lo ha ammesso esplicitamente e candidamente Silvio Berlusconi. In questo caso nessuno si è lamentato, come di solito, del conflitto d’interessi.
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Vincenzo De Luca è uno che dice quello che pensa. Ma qualche volta non farebbe bene a pensare anche a quello che dice?