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Betsy DeVos, tutte le idee della filantropa miliardaria che Trump ha scelto per l’Istruzione

Il presidente eletto Donald Trump ha scelto per il ruolo di segretario all’Istruzione Elizabeth “Betsy” DeVos, una storica repubblicana che se dal lato operativo può avere punti in comune con il programma del neo presidente per altri aspetti non si allinea con molte delle posizioni espresse durante la campagna elettorale dal magnate newyorkese. “Nominandola ha rotto col suo pattern”, ha scritto il New Yorker (il pattern è il modello di riferimento, la configurazione di un sistema: per esempio, il pattern fluviale è l’insieme di corsi d’acqua che circondano l’andamento di un fiume principale). L’allontanarsi dagli argomenti più rigidi della campagna è ormai una costante in queste prime settimane di Trump dopo il voto. Il cambio di linea comunque è reciproco: durante la campagna elettorale DeVos disse che “Trump non rappresenta il partito repubblicano” (come delegato al Comitato nazionale, alla Convention ha votato per il governatore dell’Ohio John Kasich, sconfitto da Trump).

DONORS CLASS

DeVos fa parte di una una ricca famiglia di sostenitori del Grand Old Party: intimi di Charles e David Koch, più semplicemente i “Koch Brothers” come chiamano in America i due fratelli, imprenditori multimiliardari e grossi finanziatori del Gop, che vengono da Wichita, in Kansas, la stessa città del nuovo direttore della Cia trumpiana Mike Pompeo. DeVos è un purissimo distillato di establishment nominato all’interno di un’amministrazione di un presidente che si proponeva di governare in modo indipendente dal corrotto e lontano-dal-paese-reale sistema di interessi privati che avevano “truccato” la politica americana (parole di Trump). Il nuovo segretario all’Istruzione è invece membro della “donor-class”, definizione coniata dal proto-trumpista Steve Bannon (ex capo della campagna elettorale e ora stratega ufficiale della nuova Casa Bianca). Secondo la narrativa ultra-populista di Bannon, che è stata una spinta turbo per la campagna di Trump, la donor-class è la classe ricca che fa donazioni ai partiti e con quei soldi indirizza la politica, la quale per questo si è allontanata anni-luce dalle esigenze degli elettori, che sono in gran parte classe media e working-class ed è diventata solo una serie di interessi che arricchisce ancora di più quei pochi.

LA FAMIGLIA DEVOS

Il marito di Betsy DeVos, Richard Jr (detto Dick) è alla guida di Amway, network del marketing multi-level dal valore di 9,5 miliardi di dollari, fondato dal suocero di Betsy (Richard Sr), uno che secondo Forbes ha un patrimonio personale stimato intorno ai 5,1 miliardi e che è stato definito da Charles Koch il “miglior partner” che abbia mai avuto nel finanziare i repubblicani. Tra gli istituti a cui DeVos hanno elargito dollari attraverso il fondo “The new right” c’è il think tank conservatore Heritage Foundation e il Collegiate Studies Institute (centro studi del pensiero Gop). I DeVos sarebbero anche membri del Council on National Policy, un club i cui iscritti sono segreti e che viene considerato uno dei gotha del conservatorismo americano. Richard DeVos fu uno dei maggiori sostenitori dell’elezioni di Ronald Reagan, con un ruolo nel Republican National Commitee – lasciato poi due anni dopo quando definì la crisi economica “un processo di pulizia”. Anche Dick ha provato l’esperienza politica, cercando senza successo di spodestare il governatore democratico del Michigan nel 2006: ai tempi lo Stato era una storica roccaforte dem, persa dopo lunghi anni per la prima volta quest’anno (e forse anche grazie al lavoro dei DeVos). Betsy Prince, da nubile, viene da una ricca famiglia di Holland, in Michigan: il padre era un potente imprenditore dell’industria dell’automotive, il fratello, Erik Prince, è il fondatore di Blackwater, l’azienda di contractor militari usati dal governo americano per compiere operazioni (anche delicate) affiancando i soldati regolari – sulle attività controverse della Blackwater c’è un’enciclopedia.

L’ISTRUZIONE, IL PUNTO DI CONTATTO

I contatti col mondo dell’Istruzione di Betsy DeVos risalgono al 2000, quando investì un paio di milioni di dollari in un referendum, poi perso, per far sì che le famiglie del Michigan potessero utilizzare le coperture pubbliche per pagare rette scolastiche in istituti religiosi; è la linea su cui da tempo spinge la Dutch Reformed Church credo (a cui DeVos appartiene) che vorrebbe, più in largo, eliminare il firewall laico che separa Chiesa e Stato. Da lì molti dei suoi sforzi come attivista politica si sono indirizzati verso la “scelta della scuola”; in mezzo la promozione a suon di dollari di campagne contro il matrimonio omosessuale. DeVos dirige la nonprofit American Federation for Children, che si pone come mission quella di permettere agli americani la libera scelta della scuola, pubblica o privata, fornendo voucher e borse di studio statali. Trump ha avanzato una proposta simile in campagna elettorale, proponendo un fondo da 20 miliardi di dollari per permettere ai genitori di scegliere la scuola per i loro figli (è uno dei punti di programma da attuare nei primi cento giorni), ma, come ha fatto notare Education Week, il problema oltre alla reperibilità dei soldi sta nelle leggi che in molti dei singoli stati impediscono al finanziamento pubblico di finire verso istituti che sono, per esempio, affiliazioni religiose. Accettando l’incarico, DeVos ha twettato che “lo status quo nel mondo dell’Istruzione è inaccettabile”. Lei, come Trump, è anche una sostenitrice delle charter-school, gli istituti che ricevono soldi pubblici ma che seguono programma di istruzione diversificata e in molti casi appartengono ad aziende private (il New York Times ha scritto che in Michigan le charter di proprietà di privati hanno di gran lunga la percentuale più alta degli Stati Uniti). Il nuovo segretario all’Istruzione vorrebbe dunque che i genitori americani potessero scegliere, con l’aiuto dello Stato, se far frequentare ai figli le scuole pubbliche o quelle private; con tutte le situazioni complicate e controverse che seguono (parità, conflitti di interessi, rischio di una formazione influenzata). Non è del tutto chiara per esempio la sua linea rispetto ai Common Core, gli standard sull’educazione pubblica criticati aspramente da Trump (“sono un disastro”). DeVos però ha fatto parte del board della Foundation for Excellence in Education di Jebb Bush (altro sfidante repubblicano stracciato da Trump) che sosteneva la bontà di quegli standard. Trump ha usato la posizione pro-Common Core di Bush come argomento di contrasto, e Breitbart News, il sito di Bannon, è stato critico sulla scelta di DeVos partendo da questo punto di discrepanza tra campagna e presidenza. Il portavoce Trump Jason Miller ha detto che l’elevazione degli standard del Common Core e la libertà di scelta della scuola erano invece gli argomenti discussi negli incontri tra Trump e DeVos. Secondo il sito Vox avrà problemi nella gestione dei programmi che riguardano le scuole superiori, argomento su cui non ha mai lavorato.

(Foto, Video ABC, Betsy DeVos, Donald Trump, Mike Pence)


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