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Pregi e difetti del tanto contestato Redditometro

Pregi e difetti. Vizi e virtù. Obiettivi e pregiudizi. Sul nuovo redditometro parlano gli artigiani. “Nella lotta all’evasione fiscale possono essere utili anche gli strumenti come il Redditest e il redditometro, fermo restando che deve essere sempre garantita al contribuente la possibilità di dare concreta (non diabolica) prova della sua correttezza”, dice Andrea Trevisani, responsabile fiscale Confartigianato, al Quotidiano Ipsoa sul nuovo redditometro e sul suo ruolo nell’ambito delle strategie dell’Amministrazione finanziaria per combattere l’evasione fiscale.

Ecco le principali risposte di Trevisani

L’evasione rappresenta una piaga che va combattuta, senza se e senza ma, con tenacia e costanza ed ogni strumento che possa spingere verso una maggiore fedeltà fiscale rappresenta un elemento di civiltà. Detto questo, è apprezzabile che l’amministrazione finanziaria abbia messo a disposizione dei contribuenti il Redditest che permette ai contribuenti di verificare la congruità dei propri redditi rispetto al loro tenore di vita: in tal modo potrebbe aumentare, oltre alla trasparenza nell’azione dell’amministrazione finanziaria, anche la compliance. Va però tenuto conto che l’adempimento spontaneo aumenta nella misura in cui il contribuente si riconosce nei risultati dello strumento come, peraltro, è avvenuto in materia di studi di settore.

Le differenze tra vecchio e nuovo Redditometro

Il nuovo redditometro, incentrato quasi totalmente sulle spese sostenute nell’anno e sugli incrementi patrimoniali (compresa la quota di risparmio), evidenzia la necessità, ma questa dovrebbe essere una regola di buon senso, che il contribuente “bilanci” le proprie uscite con le entrate di cui dispone. Se ciò non accade e le uscite dell’anno sono superiori alle entrate correnti, in termini pratici, dovrebbe essersi verificato un necessario ripianamento effettuato o con l’intervento di terzi (ricorso al credito o all’aiuto di terzi) o mediante l’intaccamento del risparmio. Questa, in maniera molto pragmatica, è la logica che sottende alla nuova modalità di determinazione sintetica del reddito. Rispetto alla versione precedente del redditometro, costruito su dati di 20 anni or sono, il nuovo strumento rappresenta un significativo passo in avanti.

Le difficoltà nel reperire le informazioni

È positivo il fatto che per la ricostruzione del reddito si parta dalle spese effettive, abbandonando la logica dei moltiplicatori su alcune voci relative a beni indicativi di capacità contributiva. Tale condivisibile scelta, però, si scontra con la difficoltà di reperire le informazioni relative a diverse spese correnti (alimentari, abbigliamento, manutenzioni, elettrodomestici ed arredi, etc.) e quindi con la sostituzione del dato effettivo con quello stimato dall’ISTAT che, seppur elaborato con le migliori metodologie, rappresenta pur sempre un dato statistico e non, quindi, come direbbero i giuristi, un fatto noto su cui basare una presunzione.

Come calcolare i consumi

Il redditometro non può imporre la tenuta di una contabilità sui consumi correnti degli individui (alimentari, abbigliamento, condominio, manutenzione ordinaria, elettrodomestici, biancheria, visite mediche, etc.). Oltre che un onere eccessivo, forse sarebbe anche inutile conservare scontrini e ricevute per spese correnti al fine di vincere la presunzione relativa all’ammontare di reddito imputabile per tali consumi che, in massima parte, saranno quantificati sulla base dei dati ISTAT.

La questione delle spese sostenute

Molto probabilmente, la possibilità di dar prova del diverso ammontare delle spese attribuite al contribuente, potrà essere fruttuosamente utilizzata nei casi in cui l’ammontare della spesa risultante in anagrafe tributaria sia difforme da quella effettiva (ad esempio canoni di locazione non conformi a quelli risultanti dai contratti stipulati, spese per gas/energia elettrica difformi da quelle risultanti dalle relative bollette, spesa incrementativa per l’acquisto di un immobile di ammontare difforme da quello risultante dal relativo rogito). Si auspica che, come peraltro più volte affermato dai vertici dell’Agenzia, l’utilizzo del redditometro avvenga solo in presenza di incongruenze di ingente importo fra reddito stimato e tenore di vita. Ma, aggiungo, è ancor più fondamentale che l’incongruenza sia basata non tanto sui consumi stimati dall’ISTAT quanto su spese effettive anche di natura incrementativa.

Come si combatte l’evasione

L’evasione, in primis, si contrasta attraverso la percezione di comportamenti autorevoli (non autoritari) dello Stato e mediante la corretta ed efficace allocazione della spesa pubblica. Se il cittadino ha la percezione che le tasse che paga servono per finanziare servizi pubblici efficienti e non per continuare a perpetrare sprechi o, ancor peggio, distrazioni di fondi pubblici, solo allora si potrà creare quella disapprovazione sociale, che è un elemento psicologico fondamentale per il contrasto all’evasione. Inoltre, anche gli strumenti come il Redditest e il redditometro possono essere utili, fermo restando che, in tutti i casi, deve essere sempre garantita al contribuente la possibilità di dare concreta (non diabolica) prova della sua correttezza.

(sintesi di una intervista più ampia che si può leggere qui)

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