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Di chi è il nome App-store?

Tra Amazon e Apple si discute ancora di paternità. Apple vorrebbe che con il nome App-store si facesse riferimento solo ai suoi shop online mentre Amazon rivendica l’utilizzo della dicitura anche per sé. Ma la vicenda giudiziaria che vede i due colossi fronteggiarsi per il trademark “App Store” potrebbe presto subire una battuta d’arresto per mano del giudice Elizabeth Laport che ha ordinato alle due parti in causa di confrontarsi e di tentare la strada dell’accordo extragiudiziale prima che il dibattimento abbia inizio, il prossimo agosto.

I precedenti

La questione fu sollevata da Amazon che per convincere dell’insensatezza delle rivendicazioni di Apple sul termine “negozio di app”, a suo avviso troppo generico per ricondurlo alla Mela, aveva anche scomodato Steve Jobs con tanto di documentazione a seguito: Jobs e Tim Cook si sarebbero avvalsi in più di un’occasione del termine in questione per riferirsi ai bazaar della concorrenza. Come dire: Vi ricordate le parole di Jobs nel 2011?

Come riporta Bloomberg Apple tentò di depositare il marchio già nel 2008, e quando Amazon lanciò il suo “Appstore for Android”, i legali di Cupertino denunciarono subito “l’uso illegale del marchio” volto ad “adescare gli sviluppatori software” e “confondere gli utenti.” Le cose non migliorarono quando Amazon modificò il nome in “Amazon Appstore”.

L’accusa però fu giudicata infondata dal giudice Phyllis Hamilton, il quale decretò una preliminare vittoria per Amazon: “Non ci sono prove del fatto che Amazon abbia espressamente o implicitamente comunicato che il suo App Store per Android possedesse le caratteristiche e le qualità che il pubblico si aspetta di avere dall’app store di Apple”, affermava il giudice, secondo quanto riportato dall’agenzia Bloomberg.


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