Skip to main content

Michele Emiliano, il piede in due staffe

Nel Pd si è aperta non una lotta politica, che sarebbe necessaria e utile a tutti. Si è aperta una guerriglia alla quale partecipano non solo persone che hanno una storia politica di riferimento – D’Alema, Bersani, Speranza e altri – e su un piano diverso, Cuperlo e altri ancora. Vedo che si sono attivati anche i notabili senza storia ma con un seguito elettorale. Uno di questi è il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il quale da sperimentato leguleio ha minacciato di ricorrere “alle carte bollate” per ottenere la convocazione del congresso del Pd. Insomma, dalla lotta politica ai tribunali.

C’è da osservare che Matteo Renzi, quando Emiliano lo incensava, non aveva obiezioni al fatto che questo signore fosse ancora negli organici della magistratura, cioè in aspettativa. Il magistrato Emiliano è stato ed è non soltanto dentro le istituzioni (sindaco di Bari e adesso presidente della Regione) ma anche segretario regionale del Pd. E adesso vuole concorrere al posto di segretario nazionale. Ma pur sempre come magistrato in carriera. Intanto abbiamo letto che mentre la politica (cioè il Pd) tace, il Consiglio Superiore della Magistratura ha deciso di esaminare il “caso Emiliano”, cioè se è ancora compatibile il suo ruolo con quello di magistrato. Sia chiaro, nulla di personale. Non ho mai conosciuto né incontrato Emiliano, ma il fatto che un partito che si definisce di sinistra possa avere un magistrato in carriera come segretario, mi pare una enormità.

P.S. Voglio ricordare che negli anni ’50 Emanuele Tuccari, giovane magistrato di Messina, si dimise dall’ordine giudiziario per fare il funzionario del partito comunista a stipendio di fame. Solo in seguito, grazie alle sue capacità, e non avendo più nulla a che fare con la magistratura fu più volte parlamentare. Altri tempi? No. Altra moralità.

(post pubblicato sul profilo Facebook di Emanuele Macaluso)


×

Iscriviti alla newsletter