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Vi racconto le zone grigie tra società calcistiche, tifoserie e criminalità. Parla Di Lello (Pd)

Il 7 e il 9 febbraio si sono svolte le prime due audizioni del “Comitato Mafia e Sport” presieduto dall’onorevole Marco Di Lello (PD) che si occupa dei presunti rapporti tra società sportive, tifoserie e criminalità organizzata. A sfilare davanti all’organo della Commissione parlamentare antimafia i pm che si sono occupati dell’indagine “Alto Piemonte” e “I treni del goal”.

“ALTO PIEMONTE”: BAGARINAGGIO DI LUSSO ALL’OMBRA DELLA MOLE

L’indagine “Alto Piemonte”, condotta dai magistrati Monica Abbatecola e Paolo Toso, si è occupata di fare luce sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta nel nord ovest. Nel corso dell’inchiesta sono emerse intercettazioni tra il security manager bianconero Alessandro D’Angelo, uomo di fiducia del Presidente della Juventus Andrea Agnelli, e Saverio Dominello, condannato in primo e secondo grado per associazione mafiosa e ideatore del gruppo di supporter bianconeri “I Gobbi”, che hanno imbarazzato non poco la Vecchia Signora. “Io voglio che voi state tranquilli e che noi siamo tranquilli e che viaggiamo insieme”, ha detto D’Angelo. “Allora se il compromesso è questo a me va bene”.

L’argomento sarebbe il traffico di biglietti per gare della Juventus riveduti a prezzi maggiorati. “La Procura ha stimato un giro d’affari si 60mila euro di utile a partita”, ha sottolineato Di Lello a Formiche.net. “Risorse importanti utilizzate, in parte, per sostenere le famiglie ‘ndraghetiste che risiedono in Piemonte, in parte utilizzate come strumento di riciclaggio”, ha aggiunto Di Lello rintracciando “zone grigie” nelle quali collocare la Juventus. “Secondo le indagini della Procura di Torino la Juventus non è parte lesa ma nemmeno ci sono gli elementi per sostenere l’accusa in sede di dibattimento – ha proseguito Di Lello -. Per questo questa indagine ci servirà a capire come agire, dal punto di vista normativo, per stroncare questi odiosi fenomeni”.

Le audizioni del Comitato andranno avanti ogni martedì e giovedì fino al 21 marzo e anche i dirigenti della Juventus potrebbero essere chiamati a fornire la loro versione dei fatti. “Quando avremo concluso le attività di indagini con le Procure – ha aggiunto Di Lello – ci siamo ripromessi di valutare con la Procura Federale se sia il caso di sentire anche i dirigenti della Juventus”.

“TRENI DEL GOAL”: PERCHÉ È STATO SANZIONATO SOLO IL CATANIA?

Ad essere sentito dalla Commissione antimafia anche il pm Alessandro Sorrentino, magistrato che si è occupato dell’indagine “I treni del goal”. L’inchiesta riguarda cinque partite del campionato di serie B 2014/2015 oggetto di presunte combine che avrebbero evitato al Catania Calcio la retrocessione in Serie B. Le gare in questione sono quelle degli etnei contro: Varese, Trapani, Latina, Ternana e Livorno. Al centro delle indagini ci sono, tra gli altri, l’ex presidente della squadra Antonino Pulvirenti e Giovanni Luca Impellizzeri, un titolare di agenzie di scommesse sportive, entrambi rinviati a giudizio dal Gup Francesca Cercone. “Se per la Juventus possiamo parlare di zone grigie e siamo in una situazione di terra di mezzo che va chiarita – ha continuato Di Lello – per il Catania, e per i suoi dirigenti, è tutto più chiaro. ‘I treni del goal’ ha fatto emergere come, attraverso scommesse più o meno lecite, la mafia abbia lucrato sulle partite di calcio alterandone i risultati. Queste audizioni ci hanno dato la possibilità di conoscere due modalità diverse di ricavi di vantaggi da parte della criminalità organizzata nel mondo del calcio. Entrambe le inchieste confermano l’interesse delle criminalità organizzate nel mondo dello sport”.

Il Tribunale sportivo della FIGC, in seguito ad un processo nato proprio sulla scorta dell’indagine della giustizia ordinaria, ha retrocesso il Catania Calcio in Lega Pro. Lo stesso, però, non è avvenuto per le altre squadre coinvolte dall’indagine. “Vogliamo capire perché sia stato punito solo il Catania e non anche altre società i cui giocatori avevano truccato le gare”, ha concluso Di Lello. Gli fa eco, dalle colonne de “La Sicilia”, il co-presidente del Comitato, Angelo Attaguile (Lega Nord – Noi con Salvini) ed ex presidente del Calcio Catania: “C’è stato un provvedimento della giustizia sportiva che ha causato al Catania delle penalizzazioni ma mi chiedo: come mai si provvede solo nei confronti di una squadra e non anche nei confronti delle altre coinvolte nella combine? Ci sono infatti anche nomi di altri giocatori per i quali la giustizia sportiva non è intervenuta. Insomma, non mancano i punti oscuri”. A queste e ad altre domande risponderanno nelle prossime due audizioni l’ex Procuratore Stefano Palazzi e l’attuale Giuseppe Pecoraro. Successivamente la Commissione Antimafia convocherà anche i vertici di Lega di Serie A, Serie B e Lega Pro mentre per il momento non è in programma un incontro con il presidente de Coni Giovanni Malagò.


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