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Tutte le sfide economiche dell’Italia

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“Siamo ad un bivio cruciale”

Galli della Loggia ed il futuro

Così si conclude la conversazione di Ernesto Galli della Loggia con Massimo Arcangeli, edita da “Irruzioni”. Il primo risponde al secondo: “Viviamo un momento in cui si decide se in futuro ci sarà ancora l’Italia, quell’Italia che abbiamo conosciuto, letto, sognato, che ci è stata raccontata, poiché tutti veniamo da famiglie in cui c’era ancora un passato italiano”. Un tono un po’ enfatico, ma realistico: l’Italia vivrà se reggerà l’Unione europea.

BRICCO È L’EXPORT CHE TIENE

Il nostro sistema industriale ha bisogno dell’Europa, perché è il nostro mercato interno. “Il Vecchio Continente –ha spiegato Paolo Bricco su Il Sole 24 Ore – resta l’ossatura del nostro export”. Basta guardare alla quota assorbita dal mercato europeo: “La Ue a 28 Paesi, dove nel 2008 finiva il 59,5% delle nostre merci, vale ancora il 54,7%”. Il problema, però, è che da noi francesi e tedeschi contano più di noi a casa loro, nonostante che la crisi in generale non abbia intaccato la presenza italiana all’estero.

PINOTTI E LA DIFESA EUROPEA

Quindi, ci sono tutte le condizioni per reagire. In ambito europeo si possono cogliere delle opportunità: “Le cooperazioni rafforzate – ha spiegato il ministro della Difesa Roberta Pinotti – possono progredire in collaborazione con il ruolo dell’Alto Rappresentante Ue, Federica Mogherini, e riguardare progetti e programmi a beneficio della Difesa europea”. Venerdì scorso, in Consiglio dei ministri, è stato approvato, proprio su proposta della Pinotti, un disegno di legge delega grazie al quale la Legge di finanziamento alla Difesa avrà scadenza sessennale, supplendo alla mancanza di orizzonte certo per le aziende che investono sui progetti. Insomma, una prospettiva più sicura per il settore industriale specifico che vuol rafforzare strategie e tecnologie correlate anche a livello continentale.

DI VICO E LE TUTE BLU

Pure il sindacato s’è dato da fare, in particolare sul versante occupazionale. “Le misure di protezione delle tute blu – ha scritto Dario Di Vico sul Corriere della Sera – hanno sostanzialmente tenuto e le categorie industriali hanno rinnovato quasi tutti i contratti nazionali strappando soluzioni vantaggiose. Più sotto, però, nel mondo delle piccole imprese l’occupazione manifatturiera è diminuita drasticamente e si è perso un quarto della capacità produttiva”.

PRODI E IL RITORNO DEL SINDACATO

Romano Prodi ha notato che si sta preparando il terreno ad un ritorno del sindacato caratterizzato dal ruolo innovativo e propositivo. “Il recente contratto dei metalmeccanici – ha ricordato l’ex premier – è stato condotto in modo sostanzialmente unitario e contiene accordi utili tanto all’allargamento della protezione sociale dei lavoratori,quanto all’aumento della produttività dell’impresa”.

BARBAGALLO SU PREVIDENZA E AMMORTIZZATORI

Ma sulla tutela dei lavoratori ora si deve e si può fare ancora di più. “Siamo pronti, dal 21 febbraio, a riprendere la seconda fase del confronto sulla previdenza – ha assicurato Carmelo Barbagallo leader della Uil – con particolare riferimento al futuro dei giovani: se non si stabiliscono nuove forme previdenziali, a causa del lavoro discontinuo, per loro c’è il rischio di avere problemi anche quando andranno in pensione. Altra questione da affrontare è quella dei nuovi ammortizzatori sociali che sono stati definiti ‘universali’, ma che, a causa delle poche risorse, sono tali solo virtualmente”.

LA VIA MAESTRA

È vero che siamo ad un bivio, ma se ne esce elaborando proposte condivise ed interpretando, prima di tutto, l’interesse comune. È la via maestra perché l’Italia continui ad esserci.


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