Skip to main content

La lectio magistralis di Visco tra recessione e proteste

Lectio magistralis movimentata oggi per il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Il suo discorso su ripresa economica, necessità di riforme e consolidamento dei bilanci, è stato infatti interrotto più volte da una cinquantina di studenti dell’università di Firenze che, dopo avere esposto lo striscione “Voi la chiamate crescita noi sfruttamento”, hanno forzato il presidio di sicurezza delle forze dell’ordine all’esterno dell’aula e hanno fatto irruzione nella sala.

Le prospettive di ripresa nel 2013

L’Italia è ancora in recessione e anche il 2013 sarà un anno difficile. “Stimiamo – ha affermato il governatore – che il Pil possa ridursi in media dell’1%. La recessione potrebbe avere fine nella seconda parte del 2013”.

La necessità di proseguire nel percorso di riforme

“Ma al di là della congiuntura sfavorevole – ha aggiunto Visco – il Paese deve saper trovare le motivazioni e gli incentivi per affrontare con decisione il problema della crescita. Guadagni di competitività possono essere solo il risultato di un impegnativo ma imprescindibile disegno organico di riforma”. “Il cammino da compiere è ancora lungo – ha detto – e va percorso con impegno e attenzione, ma una fase acuta della crisi è stata superata”.

I punti fondanti delle riforme, da tempo oggetto di attenzione, partono “dalle liberalizzazioni nell’accesso ai mercati al loro migliore funzionamento e al sostegno dell’accumulazione di capitale umano e fisico, dal miglioramento della qualità dei servizi pubblici alla riduzione degli ostacoli burocratici, dal contrasto all’evasione fiscale e alla corruzione a una maggiore efficienza della giustizia civile. La crescita della produttività – ha aggiunto – dipende da un progresso netto in tutte queste componenti”.

Il consolidamento dei conti pubblici

Secondo Visco la “fragilità” dei conti pubblici di alcuni Paesi europei è dovuta a politiche di bilancio a lungo “imprudenti” e a una colpevole sottovalutazione delle conseguenze di ampie, protratte perdite di competitività.
“Nel 2007 – ha sottolineato – a quasi un decennio dall’avvio della moneta unica, solo pochi Paesi registravano saldi di bilancio strutturali vicini al pareggio”.

“L’uscita dalla crisi nell’area euro – ha sottolineato Visco – non potrà derivare da azioni isolate di singole autorità di politica economica”. In particolare, “la politica monetaria non potrà da sola garantire la stabilità finanziaria dell’area in mancanza di soluzioni, a livello nazionale ed europeo, ai problemi all’origine della crisi dei debiti sovrani”, ha concluso.



×

Iscriviti alla newsletter