Per mesi la sconfitta sembrava annunciata. Stephan Weil, il socialdemocratico borgomastro di Hannover, pregustava la vittoria già dall’autunno scorso. Nelle indagini demoscopiche, complice la pessima performance dei liberali, i democristiani, pur rimanendo primo partito, non sembravano in grado di evitare il regime change in Bassa Sassonia. Che qualcosa stesse per cambiare lo hanno mostrato i sondaggi degli ultimi giorni: perfetta parità. E in effetti così è stato.
Un testa a testa fino all’ultimo voto, vinto alla fine dall’opposizione rosso-verde, che può così finalmente ostentare sicurezza, nonostante l’Spd faccia registrare il secondo peggior risultato della sua storia nella regione (32,5%). In questo il candidato Cancelliere Peer Steinbrück è stato fin troppo onesto: “Sento di essere in qualche modo corresponsabile di questo risultato”, ha detto in tarda serata quando il risultato era ancora in bilico. Circa 40.000 voti dei socialdemocratici sono infatti fluiti agli ecologisti, balzati al 13,5%.
La sconfitta di Cdu ed Fdp (36,2% e 9,9%) non giungerà certo gradita alla signora Merkel, ma tutto si può dire tranne che che la perdita della roccaforte di Hannover (e quindi anche del Bundesrat, la Camera degli esecutivi regionali) sia da addebitare a lei.
La coalizione cristiano-liberale governa infatti la Bassa Sassonia da ormai dieci anni, fare il tris è cosa più unica che rara in una elezione regionale. Senza contare che a livello federale la Cancelliera gode e continua a godere di livelli di consenso record. La sua Cdu è avanti di circa diciotto punti rispetto ai socialdemocratici, mentre i tassi di gradimento personale la vedono ormai da anni guidare incontrastata la classifica.
In altre parole: il passo falso della coalizione giallo-nera di cui troviamo traccia sui quotidiani italiani di questa mattina non si può dire si sia davvero materializzato in tutta la sua gravità. Al contrario, si è assistito a una mirabile rimonta, in parte riuscita grazie alla scelta di molti elettori della Cdu (circa 100.000 secondo la televisione Ard) di dare il proprio secondo voto, quello per il collegio, ai liberali dell’Fdp, in modo da confermare la coalizione al governo.
Il “tracollo” della CDU (-6% rispetto al 2008) è quindi spiegabile con una mossa tattica di centinaia di elettori e non certo con improbabili analisi sulla sedia scricchiolante della signora Merkel o con lo scarso appeal del governatore uscente David McAllister, il quale, se si fosse votato direttamente, avrebbe quasi doppiato lo sfidante.
I liberali, d’altro canto, sollevati dal generoso risultato, non devono cantare vittoria troppo in fretta. Circa l’80% dei propri elettori in Bassa Sassonia è composto in realtà da elettori della Cdu. Questa volta hanno scelto per la conferma della coalizione uscente. Non è detto che a livello federale, il 22 settembre prossimo, decideranno di fare lo stesso. Soprattutto se il leader dell’Fdp e attuale Ministro dell’Economia, Philipp Rösler, tra i politici meno popolari in assoluto, sceglierà di rimanere in sella, rifiutando di lasciare il passo a chi potrebbe traghettare i liberali verso un sicuro successo nel settembre prossimo.
Infine, una postilla su estrema sinistra e pirati. Per Die Linke si tratta dell’ennesima battuta di arresto in un Land occidentale (3,2%), che ne segna la crisi profonda. I pirati invece, fermatisi poco sotto il 2%, sembrano non essere in grado di trovare temi con cui attrarre consensi. Circa l’80% degli elettori sostiene non abbiano più nulla da dire. Un pessimo segnale per le elezioni federali.