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Sorge di nuovo il Sole su Giannino?

Che succede tra Oscar Giannino e il Sole 24 Ore? Prima qualche tensione e poi una riappacificazione? Andiamo con ordine. L’ex conduttore radiofonico di “La versione di Oscar”, fino a qualche settimana fa in onda su Radio 24, non ha gradito la decisione dei gruppo editoriale di togliere al giornalista, dallo scorso 2 gennaio, la conduzione del programma perché candidato nella corsa a Palazzo Chigi.

Anche dai commenti, l’ex consigliere di Emma Marcegaglia ha fatto trasparire una certa insoddisfazione per la decisione della radio di Confindustria. “Perché me ne vado? Perché così non creo un problema. Io ringrazio la radio. Il direttore – dichiarava Giannino durante l’ultima puntata – ci tiene a farvi sapere che l’offerta è quella di tornare dopo le elezioni, rispetto alle quali non ho preso ancora alcuna decisione – diceva, prima di annunciare la sua candidatura alla presidenza del Consiglio -. Ma meglio che me ne vado così non creo problemi a Radio 24 e questa cosa, dico la verità, la condivido perché bisogna evitare che le radio concorrenti e i colleghi malfidati pensino possa creare un danno”. Giannino però osservava: “Mi domando, Berlusconi è dovunque e allora il problema divento io? Berlusconi” accendete la tv “ed è lì a dire stupidaggini”, la riaccendete ed è sempre lì “a dire stupidaggini”.

Questo però non ha impedito al Sole 24 di riprendere la linea programmatica di Fare per Fermare il Declino. Proprio qualche giorno fa, infatti, Eugenio Bruno, sul giornale diretto da Roberto Napoletano, metteva a confronto le ricette economiche delle varie coalizioni, dando conto anche dell’“ambizioso” e “dettagliato” programma del movimento liberista capitanato da Giannino che punta a recuperare 6 punti di Pil in 5 anni: “Uno attraverso le privatizzazioni; altri cinque da interventi sulle uscite primarie correnti. E qui le proposte spaziano da un taglio (dal 2015 in poi) dell’1% dei redditi da lavoro a risparmi sui consumi intermedi del 3,7% nel 2014 e 2015. Nel mirino ci sono poi la spesa pensionistica, che dovrebbe vedere la propria crescita annua assestarsi all’1,9%, e i costi della politica e dello Stato”.



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