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La replica di Monti al Financial Times

“Mario Monti is not the right man to lead Italy”, Mario Monti non è adatto a guidare l’Italia, scriveva ieri il Financial Times, in un commento firmato da Wolfgang Munchau. Non secondo il Professore che ha replicato al quotidiano della City con una lettera, linkata ad un tweet sul suo profilo ufficiale.

“Di tanto in tanto ci godiamo i pezzi di Wolfgang Munchau – si legge nell’incipit ironico – che costituiscono una variazione delle sue consuete critiche e insoddisfazioni nei confronti della cancelliera tedesca Angela Merkel riguardo a crisi dell’area euro”.

“Ma il giornalista – spiega il premier uscente – sottovaluta i risultati ottenuti dal mio governo, che sono stato chiamato a guidare in una situazione di emergenza”. Monti ricorda il “novembre 2011”, quando “l’Italia fu vicina ad essere esclusa dai mercati finanziari”. E quindi, ridurre le necessità finanziarie “in questo caso è stato un imperativo. Ciò poteva essere fatto soltanto alzando la tassazione, che era stato già deciso ma non attuato dal precedente governo”.

Monti rivendica poi l’azione “senza precedenti” del suo governo per “abbassare i prezzi e creare più posti di lavoro nel settore dei servizi in un periodo di tempo così breve e senza l’appoggio di una vera maggioranza in parlamento. Ora i mercati italiani sono aperti come nella media europea, in qualche caso anche di più. Si stima che le riforme avranno aumentato il potenziale di crescita dell’economia italiana almeno di quattro punti percentuali di prodotto interno lordo entro il 2020, ma il lavoro non è ancora finito”. E, per questo, chiarisce Monti, “sono entrato nell’arena politica per supportare le forze provenienti dalla società (e ce ne sono tante) che vogliono che il Paese cresca attraverso il cambiamento, il merito ed il rispetto della legge”.

E, grazie al lavoro del governo tecnico nell’ultimo anno, l’Italia può tornare a respirare: “Con i conti pubblici in salute e tra i più sostenibili del mondo, come ha riconosciuto il Fmi, l’Italia può ora permettersi qualche margine di manovra per sostenere le attività e l’impiego e per avere maggiore equità”.

Nella conclusione, un rimando all’Europa:”Dobbiamo certamente essere più ambiziosi e accettare la sfida non solo di preservare ma di rafforzare l’integrazione europea ottenuta finora, a partire dall’Unione economica e monetarie e questo è ciò per cui ho lottato finora”.



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