Sfida al dolore. L’associazione Hope, della quale è presidente Beatrice Ferragamo, lancia il numero verde 800-894140 per i cittadini che soffrono. Un numero dedicato a chi ha dolore, un servizio garantito da Hope (Hold On e Pain Ends), la prima associazione impegnata a 360° nella lotta al dolore, nata per dare voce ai cittadini e per fronteggiare un’emergenza sociale ed economica che colpisce un cittadino su quattro. Il suo costo è di oltre 70 miliardi di euro annui.
Il numero verde contro il dolore vuole integrare i servizi ai pazienti, previsti dalla legge 38 del 2010, e supplire alla mancanza di strutture di supporto nelle regioni che ancora non la hanno applicata. Chi chiamerà sarà assistito da esperti qualificati che gli sapranno indicare cosa fare in caso di dolore cronico, a chi rivolgersi, dove andare, quali sono le strutture più adatte al suo caso e saprà quali sono i suoi diritti che saranno tutelati dalla Legge 38/2010 (“Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore”). Hope è additata anche dall’Onu come modello di tutela dei cittadini con dolore ma è applicata ancora in modo parziale e difforme sul territorio italiano e ignorata dal 40% dei cittadini italiani.
Un servizio a 360° nella lotta al dolore nato per supportare e dare nuova speranza a chi soffre. Un’associazione che non si rivolge solo ai pazienti ma anche alle loro famiglie e ai caregiver che li assistono perché quella del dolore è un’”epidemia silenziosa” che colpisce il 26% degli italiani e che ha un altissimo costo sociale ed economico. Il dolore, oltre al fattore umano, che ovviamente è centrale, ha anche un impatto sociale ed economico. Da uno studio del Servizio di Terapia del Dolore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dell’Università di Parma, emerge che il costo sociale medio annuo del dolore cronico per paziente in Italia è di 4.556 euro, per un totale di oltre 70 miliardi di euro all’anno, di cui quasi un terzo, il 31% (cioè più di 21 miliardi), va a carico del Sistema Sanitario Nazionale.
Tra i costi evidenziati dalla ricerca, quelli per visite del medico di famiglia e procedure specialistiche incidono per il 28% mentre i costi di ricovero in degenza ammontano al 51%. Preoccupanti anche i costi indiretti del paziente-tipo (3.156 euro), per un danno economico quantificabile in quasi 50 miliardi di euro, come conseguenza della compromessa capacità lavorativa che il dolore può causare, mentre quelli dovuti alle brevi assenze (congedi) per malattia incidono per quasi un terzo (31%).
Numeri impressionanti che danno la misura della gravità dell’emergenza dolore. Per questo Hope vuole supportare le tante associazioni di assistenza ai pazienti con dolore che già fanno un ottimo lavoro in Italia, integrando il loro lavoro e facendo “rete”, perché ritiene che l’unico modo per sconfiggere il dolore sia quello di fare fronte comune, coinvolgendo anche la classe medica e le istituzioni.
Dobbiamo capire tutti insieme che il dolore è esso stesso una malattia e che non alleviarlo o eliminarlo equivale ad una omissione di soccorso. La legge 38 sta facendo un salto di qualità: diventa un progetto che vive nella rete territoriale e in questo modo, se vivrà nei servizi specifici del territorio, potrà occuparsi della cronicità e del dolore”.
Le “cure palliative” inserite nei nuovi livelli essenziali di assistenza garantiranno prestazioni gratuite nel rispetto dell’universalismo della sanità italiana. Le regioni dovranno adeguarsi ai Lea e si dovrà vigilare perché questo accada anche perché le differenze tra Regioni nei servizi ai cittadini stanno diventando insopportabili. La ricerca nel campo del dolore accanto a un lavoro incessante di formazione è fondamentale affinché da parte dei medici di base ci sia sempre più informazione nei confronti dei cittadini.
Importante sarà anche approfondire in una indagine conoscitiva la depressione per togliere un po’ di polvere da questi argomenti considerati quasi estranei alla politica che invece deve occuparsi proprio di ciò che tocca le persone ogni giorno.
A questo proposito, a Bologna, attraverso l’Associazione Tutte per Italia, Ceslar Unimore, Noi tutti per Bologna (già promotrici dell’Astuccio per i lavoratori e lavoratrici affetti da patologie oncologiche), lunedì 13 sarà presentato con il Patrocinio del Comune e dell’Asl la Bussola per conoscere le norme e i servizi per la salute mentale. E ovviamente la rete delle associazioni e delle istituzioni è una forza formidabile.