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Lapo Elkann diventa santo

Accanto agli Schnabel e agli Andy Warhol che la galleria Paolo Curti esporrà da questa sera alla ArteFiera di Bologna c’è anche un inedito ritratto di Lapo Elkann, novello San Sebastiano, opera dell’eclettico artista italo-cubano Bobo Ivancich.

Nel dipinto il giovane Elkann è raffigurato come un santo martire, trafitto dalle frecce. “La Santità spesso passa attraverso la sofferenza e Lapo è una persona che ha senz’altro sofferto, al di là delle facciate, della ricchezza, della mondanità”, spiega a TMNews l’artista aggiungendo che più commentatori hanno descritto l’opera come un moderno San Sebastiano del Perugino. “Volevo rappresentarlo – prosegue Ivancich – come un santo sofferente e credo che le frecce esplichino al meglio la mia intenzione”. “All’inizio volevo addirittura dipingerlo come un Cristo”, aggiunge il pittore che è autore di un celebre remake del Cristo morto del Mantegna con Che Guevara che è stato esposto alla scorsa Biennale di Venezia.

“Lapo è una persona di grande umiltà e auto-ironia. L’ho incontrato diverse volte. Lui ha sempre apprezzato i miei quadri, soprattutto le vedute di New York, e credo senz’altro che anche questo, che è un omaggio alla sua persona, gli piacerà”, afferma l’artista, immaginando la reazione di Lapo al suo ritratto. Nel dipinto non mancano i famosi tatuaggi del secondogenito di Margherita Agnelli. “Ognuno di essi ci racconta una parte della sua vita come gli ideogrammi giapponesi ‘vivo’ e ‘guardare sempre avanti'”, spiega Ivancich che sostiene che il suo paragone di Lapo ad un Santo non sia esagerato e conclude lapidario, parafrasando un alto prelato: “La santità non fa distinzioni di sesso, cultura, lingua, razza e condizione sociale”.



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