Si è spento martedì scorso, a 92 anni, Giovanni Sartori.
Il politologo era nato a Firenze nel 1924. Alla chiamata alle armi della Repubblica di Salò, nel 1942, decise di disertare e di darsi alla macchia. A proposito di quegli anni, Sartori ha ricordato più volte di averli spesi leggendo numerosi libri di filosofia.
Nel 1946 la laurea in Scienze Politiche, poi – qualche anno dopo – l’inizio del lavoro come professore di Storia della Filosofia moderna. In quello stesso periodo, alla Cesare Alfieri di Firenze, insegnavano con lui, tra gli altri, Silvano Tosi e Giovanni Spadolini.
Sartori è stato tra i massimi esperti italiani di politologia: una materia che ha contribuito ad elevare al rango di vera e propria scienza accademica. Ha insegnato nelle migliori università del mondo, come Standford e Columbia University, ed è stato autore di numerosi volumi tradotti ovunque. Si devono a lui le espressioni Mattarellum e Porcellum coniate per denominare i due sistemi elettorali principali della seconda Repubblica.
Il politologo fiorentino ha, inoltre, ottenuto otto lauree honoris causa e, nel 2005, il prestigioso Premio Principe delle Asturie.
Oltre che autore e professore, Sartori a partire dagli anni novanta è stato editorialista del Corriere della Sera con cui aveva già collaborato negli anni settanta sotto la direzione di Spadolini.
Al Senato già esiste una sala in suo onore, “Sala Sartori”, intitolatagli dopo la donazione di una raccolta di opere e di libri.
Nella gallery fotografica il ricordo di Umberto Pizzi.
(Foto di Umberto Pizzi/Riproduzione riservata)