Ma che diavolo significa: “Il Mezzogiorno non può essere solo un parco vacanze”? Per far crescere l’economia, per fare soldi il Mezzogiorno non si è mai considerato un luogo per vacanzieri italiani e stranieri, caro Matteo Renzi. Il Sud dell’Italia non ha bisogno di gratuite accondiscendenze e di fittizie comprensioni, che durano lo spazio di una competizione elettorale o congressuale, né di illusori sostegni economici da parte di una classe politica scadente, senza credibilità e senza conoscenza della realtà storica, culturale, sociale, economica del nostro Meridione.
Essa non è quella che immagina l’ex segretario del PD, per cui riproporre ricette sbiadite e ingiallite, redatte in epoca lontana è fuori da ogni logica. Non basta dire che “occorre una visione che metta insieme industria, turismo, cultura, e infrastrutture, come la Bari-Matera o la ferrovia Bari-Napoli”, c’è bisogno di consapevolezza etica, civile, sociale. Il Sud è da anni disincantato, ha smesso di credere alle ricette miracolose che qualche improvvisato cantastorie, arrivato da oltre il Garigliano, propone ciclicamente.
È noto ormai che per racimolare qualche voto, c’è chi con aria impettita e con tanta spocchia di chi finge di sapere, ma non conosce un bel niente, si presenta alle riunioni nelle città del Sud, mostrando quattro conti fasulli, come gli illusionisti venditori di biancheria di bassa qualità nei mercati di paese alla domenica, sostenendo che la sua è la via, la verità, la vita. Forse senza aver mai letto una pagina di Gramsci, Sturzo, Fortunato, Salvemini, Nitti, Carlo Levi sulla condizione atavica dei bisogni dei tanti Sud d’Italia, per cui mai ci potrà essere una sola soluzione per tutto il Mezzogiorno.
Il Sud non ha mai chiesto ricette miracolose ma solo Stato, uno Stato amico, non raffigurato unicamente con la faccia truce delle tasse e della legge. Renzi, e come lui altri, non possono venire a recitare in modo acritico e neutro la parte di chi porta, dal Volturno al Lilibeo, l’elisir di lunga vita. Il Sud è orfano da tempo di classe dirigente, capace di avere la fisionomia dello Stato amico. I capi partito, per accrescere i loro bottini elettorali, si affidano a cacicchi locali, senza particolari meriti. Una linea questa che non aiuta a far emergere e crescere nuove dirigenze politiche, in grado di proporre politiche serie, per sviluppare iniziative di crescita, funzionali a superare il gap tra il Nord e il Mezzogiorno sotto tutti i punti di vista.
Il Partito Democratico primo partito italiano, essendo al governo, se non affronterà con la dovuta serietà il problema Mezzogiorno rischia di trovarsi impigliato in qualche trappola, dalla quale difficilmente ne uscirà.