“Stiamo vivendo in un momento davvero singolare della storia. E’ un momento di crisi nel senso letterale. In ogni campo della nostra civiltà spirituale e materiale ci sembra di essere giunti a una svolta critica. Questa sensazione si manifesta non solo nello stato effettivo degli affari pubblici, ma anche nell’attitudine generale verso i valori fondamentali nella vita personale e sociale …… Ormai gli iconoclasti hanno invaso il tempio della scienza. Non c’è qualche assioma scientifico che non sia oggidì negato da qualcuno. E allo stesso tempo qualsiasi assurda teoria può quasi certamente trovare seguaci e discepoli da qualche parte”. Da dove è tratto questo brano? Forse da un commento di qualche noto opinionista sulla Convention organizzata da Davide Casaleggio a Ivrea? Nulla di tutto questo. Sono considerazioni scritte nel 1933 da Max Planck (scienziato tedesco scopritore della fisica quantista).
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La Germania nazista bandì a bella posta la fisica posteistaniana perché la considerava un retaggio della cultura ebraica. A Werner Heisenberg (Premio Nobel per la fisica nel 1932 ed uno dei fondatori della meccanica quantistica) fu consentito di insegnare la teoria della relatività ma a condizione che non fosse mai menzionato il nome di Albert Einstein.
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Attenzione alla deriva del “pensiero unico” dei regimi totalitari. I nazisti si privarono del fior fiore della fisica dell’Europa costringendo gli ebrei e gli altri oppositori ad andare in esilio e, di conseguenza, distrussero la supremazia scientifica acquisita dai tedeschi all’inizio del secolo. Fra il 1900 e il 1933 venticinque dei sessantasei Premi Nobel assegnati per la fisica e la chimica erano finiti in Germania: dal 1933 solo uno su dieci. (Eric Hobsbawm Il secolo breve).
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Ma perché Matteo Renzi continua a maltrattare la Ue e a minacciare veti? Spiega le veli al vento della più ottusa demagogia. Non sa che se queste idee dovessero attecchire ancor di più a raccoglierne i frutti sarebbero i suoi avversari politici?