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Prove tecniche di Passera per un partito europeista

Corrado Passera ha deciso di non candidarsi alle elezioni, ma dopo il voto vorrebbe dare vita ad un movimento politico di centro destra. Lo ha detto lo stesso ministro, in un’intervista rilasciata al Wall Street Journal mentre era a Davos. “Secondo Passera – scrive Paolo Mastrolilli a pagina 8 della Stampa – il premier Monti, presentandosi con una propria forza, ha coalizzato una parte dei gruppi moderati, ma in quell’area “c’è ancora uno spazio politico che non è stato riempito”.

Il Wall Street Journal aggiunge che in base ai sondaggi è probabile che il Pd di Bersani ottenga la maggioranza, ma i seggi conquistati potrebbero non essere sufficienti a formare un governo solido, soprattutto al Senato. In questo caso è possibile che nasca una coalizione tra la forza guidata da Monti e il Partito Democratico, ma il governo sarebbe comunque eterogeneo e rischierebbe di non durare a lungo.

Se si realizzasse una situazione di questo tipo, il voto del 24 febbraio potrebbero avere un carattere transitorio, e l’attenzione del mondo politico tornerebbe a concentrarsi su cosa fare dopo, per ritrovare la stabilità. Passera sembra condividere questa valutazione, e infatti dice: “Aspettiamo la fine di queste elezioni e vediamo, ma io penso che ci sia il bisogno di uno spazio politico europeista, orientato verso le riforme”.

Il Wall Street Journal, anche nella titolazione, interpreta questa potenziale forza come un movimento da collocare nell’area di centro destra, dove il Pdl di Berlusconi non interpreta più le esigenze degli elettori. Il ministro ritiene che l’Italia comunque non tornerà indietro, diventando nuovamente un problema per la tenuta dell’Unione Europea e della moneta unica. Infatti se il Pd e Monti fossero in grado di formare insieme un governo di coalizione, “questo assicurerebbe la continuità con il lavoro che è stato fatto. Non c’e’ il rischio di una inversione a U, ma bisogna fare cose importanti attraverso le riforme”.

Quindi Passera spiega al Wall Street Journal quali sono le innovazioni necessarie. Il primo punto è la prosecuzione dei cambiamenti avviati nel mercato del lavoro, a partire da un sistema migliore per introdurre i giovani attraverso il praticantato. Questo era già uno degli obiettivi della recente riforma, ma ‘possiamo offrire più vantaggi fiscali alle compagnie, e piu’ addestramento sul lavoro’. Secondo il ministro anche la dimensione e il funzionamento della pubblica amministrazione è un problema, ma il governo Monti non aveva abbastanza tempo per risolverlo: “Non puoi riformare l’amministrazione pubblica di un paese in dodici mesi. Lo puoi fare solo nel medio e lungo periodo. Non è una cosa che si può realizzare a pezzi. Dobbiamo ripensare l’intera macchina”.

Passera conclude indicando come altre priorità del prossimo esecutivo una riforma fiscale pensata per incoraggiare gli investimenti, e l’iniezioni di più risorse nel sistema dell’istruzione. Quindi critica anche il tono della sfida politica in corso: “Abbiamo bisogno che questa campagna elettorale si concentri di piu’ sui temi concreti: prima e piu’ accade, e meglio è”.

La precisazione di Passera

“Sono convinto che il nostro Paese abbia bisogno di una spinta liberale ed europeista per portare avanti le riforme e che bisogna in ogni caso aspettare le elezioni per vedere come si esprimeranno i cittadini. Questo non significa affatto fondare un partito, né il Wall Street Jornal dice questo”.
Lo ha detto a Radiocor il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, arrivando al dicastero di via Veneto, in risposta a una domanda sul suo colloquio pubblicato stamane dal quotidiano di New York.



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