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Quell’accordo tra Iran e Argentina che non piace a Israele

Israele si è detto sorpreso dall’accordo raggiunto tra Iran e Argentina sulla creazione di una commissione indipendente per indagare sull’attentato antisemita del 1994 a Buenos Aires contro l’Amia (Associazione di assistenza israelita in Argentina), in cui persero la vita 85 persone.

“Siamo rimasti sorpresi nell’apprendere questa notizia”, ha dichiarato Yigal Palmor, portavoce del ministero degli Esteri. “Aspettiamo che gli argentini ci comunichino nei dettagli quanto sta avvenendo, poiché questa vicenda riguarda direttamente Israele”.

Ieri il presidente argentino, Cristina Kirchner, aveva annunciato di aver raggiunto un accordo con l’Iran per “creare una commissione composta da cinque giuristi internazionali di fama per stabilire la verità. Nessuno dei membri potrà avere la nazionalità di uno dei due Paesi”. “Le autorità giudiziarie argentine – aveva spiegato Kirchner – potranno per la prima volta interrogare le persone ricercate dall’Interpol”.

La giustizia argentina accusa Teheran, che nega, di essere implicata nell’attentato del 1994 contro l’Amia e reclama l’estradizione di otto responsabili iraniani, fra cui l’attuale ministro della Difesa, Ahmad Vahidi, e l’ex presidente Akbar Hashemi Rafsandjani.

Argentina e Iran hanno avviato dei negoziati in ottobre in Svizzera per trovare una soluzione alle questioni di procedura giudiziaria rimaste irrisolte per questo caso. La comunità ebraica d’Argentina, la più numerosa in America latina, e Israele avevano criticato fin dall’inizio questi negoziati.



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