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Vi racconto la sorprendente “resurrezione” di Fillon che fa tremare Macron

FRANCOIS FILLON

È chiaro François Fillon: “Se gli elettori di destra voteranno Marine Le Pen, si ritroveranno Macron presidente”. Ha affidato il suo messaggio elettorale – l’ultimo presumibilmente – al Figaro che oggi pubblica con grande evidenza l’intervista, non sappiamo se più disperata o ottimista, del candidato dei républicains, dalla quale viene fuori un dato sottovalutato nelle scorse settimane da tutti gli opinionisti: la compattezza del partito neo-gollista e la sostanziale tenuta del suo elettorato.

Gli scandali che hanno frenato la corsa di Fillon verso l’Eliseo è come se d’incanto fossero spariti. La caduta clamorosa davanti all’opinione pubblica francese si è trasformata improvvisamente in una opportunità che ha sorpreso lo stesso interessato. I “moderati” che avrebbero dovuto scegliere Macron, come minore dei mali, sembra che ci abbiano ripensato. E a Parigi si sostiene apertamente che non è poi così grave che Fillon abbia favorito moglie e figli con prebende pubbliche quando in ballo ci sono i destini della Francia non ancora pronta per mettersi nelle mani di due leader che vogliono uscire dall’Europa o di un altro che non si capisce bene cosa vuole. Meglio affidarsi all’usato sicuro, anche se un po’ usurato.

Un ragionamento al quale nessuno, nei giorni delle rivelazioni sul “Penelopegate”, immaginava che  lo “zoccolo duro” gollista potesse piegarsi in nome della “ragione di partito” (e forse di Stato). Ed ora eccolo lì, mostra il petto ai possibili attentatori che lo hanno minacciato, rifiuta di indossare il giubbetto antiproiettile nei comizi, si fa vedere un paio di volte nella stessa giornata a messa tanto per ricordare che lui, difensore della laicità, è e resta comunque cattolico. Nelle ultime comparsate Fillon ha vestito tutti panni che aveva a disposizione sottraendoli ai suoi avversari: anti-islamico per non lasciare alla Le Pen il monopolio della salvaguardia dell’identità francese; europeista, ma con giudizio, per far intendere a Macron che non è roba sua l’Unione, soprattutto se occhieggia al mondo finanziario e tecnocratico; sociale come da tradizione gollista che ha difeso il welfare in tempi difficili per ricacciare Mélenchon nel recinto di un sinistrismo irresponsabile; realista quel tanto che basta per rammentare ai socialisti delusi che lui, a Palais Matignon, ha fatto meglio di Valls e non è stata certo colpa sua la guerra in Libia e lo sprigionarsi di fiamme sempre più alte nel Mediterraneo. Un certo Sarkozy – che oggi gli offre il ramoscello d’ulivo – dovrebbe dire qualcosa al riguardo, ma non lo fa (e infatti ha perso la partita).

Per quanto possa sembrare strano, Fillon è ben in sella. Lo temono tutti. Macron in particolare. Ma anche la Le Pen che pregustava i voti dei républicains più “destristi”. Sono loro che rischiano maggiormente dall’inattesa “resurrezione” di Fillon. Che poi riesca lo sapremo soltanto domenica sera. Intanto il vento freddo di primavera, soprattutto a Parigi e nelle grandi città, ha portato questa novità che infiamma la campagna elettorale.

La Le Pen per parare i colpi batte la provincia con il dinamismo di un’armata. E soprattutto nei centri, come Marsiglia, dove il tema dell’immigrazione è più sentito, la sua presenza (e quella della nipote-erede, Marion, finora un po’ appartata) è costante in questi giorni. Macron coltiva il suo orto agitando il fascino della novità, ma sembra che le sue sacche siano già piene e non bastino a sfondare.

L’establishment ha investito molto su di lui, ma i disagiati, i pensionati, i disoccupati, gli agricoltori e quanti temono la “scomparsa” della Francia non voteranno mai per un giovanotto che si è fatto le ossa alla corte di Rothschild e poi ha contribuito al fallimento delle politiche economiche di Hollande come ministro, abbandonandolo nel momento più difficile. “Nella lotta contro l’islamismo, come su tutto il resto, Macron è vago”, dice Fillon. Non sono pochi coloro che gli credono. Nonostante Penelope, soltanto un “incidente di percorso” secondo molti. Qualcuno ha addirittura parlato di “amore”. Bizzarrie da campagna elettorale.


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