Presentato presso la Camera dei Deputati, il libro “Quale strategia per il centro. Diario di un professore, dal ‘predellino’ a Monti” di Francesco D’Onofrio, professore impegnato da sempre in politica, già ministro dell’Istruzione nel 94, ha offerto al leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, un ottimo spunto per ribadire con fermezza i punti salienti che da sempre contraddistinguono il suo partito: opposizione nei confronti della versione primitiva di bipolarismo così come si è sviluppata in Italia, dissenso verso il populismo che si è sedimentato nel nostro Paese e apertura all’Europeismo: “Siamo disposti a sacrificare un quid di sovranità nazionale a favore della federazione degli Stati Uniti d’Europa”, ha detto Casini. Senza aver timore di ricordare la difesa dei valori della famiglia e l’avversità nei confronti delle adozioni da parte di coppie omosessuali. E poi ‘Giustizia’, un’occasione persa negli ultimi venti anni. “Usare indagini giudiziarie delicatissime che coinvolgono i vertici dello Stato per prepararsi la candidatura alle politiche è esattamente ciò che un magistrato serio non dovrebbe fare”, ha aggiunto il leader dell’Udc parlando della candidatura di Antonio Ingroia. E per Casini Ingroia è l’esempio del rapporto non sano tra magistratura e politica.
Il saggio di D’onofrio della collana Formiche per Marsilio, prefatto dallo stesso leader dell’Udc, rappresenta un’antologia di interventi pubblicati anche su Formiche dal 2008 ad oggi. Esso cerca di raccordare strategia e tattica centrista, da una parte spiegando i motivi che hanno portato l’Udc ad affermare la propria identità con l’uscita dal Pdl, dall’altra delineando le prospettive di costruzione di un “baricentro” europeo di governo. D’Onofrio ricostruisce così cosa è accaduto nell’area politica del centro dal Predellino fin all’arrivo di Mario Monti, con l’obiettivo di riscattare l’Udc e Casini in particolare dalle numerose accuse di essere un tattico privo di strategia, ribadendo invece il loro essere “centrali” più che “centristi” (nel senso di oscillanti). “Delle mollichine lasciate lungo la strada per non perdere la rotta”, ha definito questi scritti Casini nella prefazione, con l’augurio che dal libro venga fuori “un dibattito serio, scientifico, su quello che il progetto centrista è stato, è e sarà.”
Complessi di inferiorità?
Rispondendo alle domande dei giornalisti Casini ha sostenuto con forza di non sentirsi in secondo piano all’interno dell’area Monti. Al contrario il leader dell’Udc si dice lieto di “fare da sponda ad una personalità di cui il Paese non può fare a meno. Sarebbe stupido tornare indietro, non compromettiamo i sacrifici fatti: dopo il rigore ci sarà sviluppo e crescita”, ha dichiarato Casini.
Una questione fotografica
E sull’assenza di una foto che ritragga insieme gli alleati Mario Monti, Gianfranco Fini e Casini evidenziata da Angelino Alfano e Pierluigi Bersani Casini ha replicato: “La sintonia con Monti è documentata dai fatti. Le foto non servono a niente, la politica rimane”. “Ci spieghi Bersani – ha sottolineato – come si concilierà con Vendola. Esiste una foto ma non c’è una politica”.
Statistiche “indecenti”
Nel corso della conferenza stampa il leader dell’Udc ha commentato poi l’articolo pubblicato sulla Stampa domenica scorsa in cui si sottolineava come l’Udc fosse il partito con le liste ‘meno pulite’: “Una statistica indecente e del tutto falsa e infondata. Noi – ha osservato Casini – ci siamo attenuti rigorosamente al codice Bondi. Non ci sono condannati nelle nostre liste. Se poi per la Stampa ho una faccia brutta questo non significa che non posso stare in lista. Evidentemente le nostre facce non piacciono a quel quotidiano visto lo spazio che ci riserva.”
Il caso Mps
Pier Ferdinando Casini è contrario all’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare sul caso Monte dei Paschi di Siena proposta dal segretario del Pdl, Angelino Alfano: “Da ex presidente della Camera dico stiamo attenti al proliferare delle commissioni di inchiesta”, ha osservato il leader Udc. “Ho la sensazione – ha aggiunto – che ci sia un’eccitazione da campagna elettorale. La magistratura sta indagando e visti i fatti avrà molto da indagare. Io sono contrario a una commissione di inchiesta che interferisca con l’autorità giudiziaria”.
E se dovesse mancare la maggioranza al Senato?
“Noi non vogliamo papocchi o pasticci ma solo un’alleanza riformista”, ha risposto Casini. Per finire un consiglio: “Consiglio di non leggere troppo i sondaggi e di cercare voti: alle elezioni bisogna ottenere la maggioranza in entrambe le camere per vincere. Se non c’è, Napolitano dopo le consultazioni valuterà”.